Antonio Palmiero

DOMANDE (SCOMODE) A GESÙ

Domande (scomode) a Gesù

PREMESSA

In questo Blog, che andrò a sviluppare, mi sono posto nella condizione di immaginare, come essere umano, le domande che ognuno di noi – penso in misura maggiore per chi è credente, ma senza discriminare chi non lo sia… – vorrebbe porre a Gesù, se ne avesse l’opportunità, magari incontrandolo per strada, seduto al tavolo di un bar, o su una spiaggia in riva al mare…  

N.B.: a volte mi rivolgerò a Gesù o al Signore, nelle vesti del Padre (Dio) ricordando la realtà trinitaria stessa unitamente allo Spirito Santo.

Visto le premesse, cosa vorreste chiedergli/dirgli?

DOMANDE (PROVOCATORIE) A GESÙ

Quante volte ci siamo trovati di fronte a situazioni, materiali o spirituali, in cui ci siamo domandati: ma il Signore ha fatto veramente tutto per bene o qualche volta si è distratto? Perché, a onor del vero, ci sono alcune cose che sinceramente si fa fatica a comprenderle, il che è umano.

Ma facciamo un passo indietro: dalla Genesi sappiamo come andarono le cose, vuoi che sia una rappresentazione simbolica, vuoi che sia andato veramente così, ma di fatto Adamo ed Eva, pur non avendo commesso, sino al momento della tentazione, alcun peccato e quindi non avendo il libero arbitrio “indebolito” dal peccato originale (perché sono stati loro ad originarlo, il peccato “originale-originante”…) si sono fatti abbindolare dal “serpente” e ci sono cascati dentro come “pere” cotte (e non per colpa della “mela”… scherzo. Precisiamo, cattiva traduzione del latino “malum” – mela – e “malum” – male -) mangiando il frutto a loro proibito.. 

Domando: perché? Perché non hanno resistito/evitato quel confronto con l’ex-Lucifero (tra parentesi: come mai si trovava ancora nel giardino terrestre se, sconfitto da San Michele Arcangelo, è precipitato assieme agli altri angeli, quelli “neri” o “decaduti”, che si son ribellati a Dio?)?

Ancora: perché, nella consapevolezza di quanto il Creatore aveva detto loro circa l’astenersi dal prendere il “frutto” (quindi non della “mela”, piuttosto del “male”…) dell’albero della conoscenza del bene e del male, hanno disubbidito? E per colpa loro, siamo tutti finiti su questa terra dove “Con il sudore del tuo volto mangerai il pane…” (Gn 3,19); e “Moltiplicherò
i tuoi dolori e le tue gravidanze,con dolore partorirai figli…
” (Gn 3,16)

Uhm, qualcosa non mi torna… o meglio non mi piace che sia andata a finire così. Che colpa ne abbiamo noi?

Se Lucifero si ribellò a Dio, perché voleva porsi al suo posto, ma il Creatore non poteva consentirlo perché Colui che crea è sempre superiore a ciò che ha creato, domando: ma perché gli ha consentito e gli consente di operare nel mondo con tutto quello che dalla sua azione ne deriva in termini di dolore e di morte e non l’ha “legato” con le catene negli inferi?

Forse vuol mettere alla prova la nostra fede in Lui nonostante tutte le difficoltà che dobbiamo affrontare su questa terra, continuamente infastiditi e sedotti dal Principe del Male?

E, a tal proposito, il Signore ci ha creati di carne e ossa e ci ha insufflato nelle narici il Suo alito ed abbiamo avuto la vita. Rendendoci persone sensibili ci ha dato tutti e cinque i sensi per consentirci di “soggiogare”, in senso biblico, la Terra – vedi più avanti il N.B. – e di godere dei suoi frutti e ci ha creati maschio e femmina ingenerando in noi il desiderio reciproco di appartenenza. Che bello! Sì, però…

Però poi ci ritroviamo a fare i conti con la nostra natura carnale che tanti guai combina e quell’istinto che ci domina ci rende difficile la convivenza con noi stessi per poi sentirci additare che “quelle” cose non si fanno come e con chi capita, ma solo con chi si è scelto (?) di condividere la propria vita “… sin che morte non ci separi” (oggi modificata con queste parole: “…di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.“) .

Chiedo, Gesù mio, ma ti rendi conto di quale responsabilità ci hai caricato e quale sofferenza ci induce il riuscire a mantenere fede a questo impegno per una vita intera, pena l’essere condannati se poi trasgrediamo e non ci pentiamo per ciò che abbiamo fatto…?

Aggiungo, anche quando, soprattutto per noi maschi, è così difficile mantenere fede all’impegno preso sull’altare perché quella consorte che ci hai messo accanto (ma sei stato proprio Tu o il Tuo avversario? Perché, visto come vanno le unioni matrimoniali, qui mi sembra che se sei stato veramente Tu a “combinare” questi matrimoni, qualcosa è andata storta nella formula “...prometto di esserti fedele per sempre” – meno male che c’è scritto “prometto” e non “giuro”, altrimenti saremmo anche “spergiuri”… – spesso si nega e ci nega quel piacere unitivo col quale ci hai fatto innamorare! E allora sentiamo il bisogno di appagare questo impulso così forte e insistente per poi ritrovarci “adulteri” e colpevoli… Così però, non vale…

Tu Gesù sei stato vero uomo e mi domando se hai mai avuto anche tu le nostre stesse pulsioni e come hai fatto a resistere, visto che non sei nato di 33 anni, ma sei stato anche tu adolescente e quella rivoluzione ormonale l’hai vissuta pure Tu. Ma tu eri Gesù… il Divin Bambino. Già… ma io/noi no!

A volte mi sembra di sentirmi come un omino di pongo, quegli strani personaggi che realizzavamo alla scuola elementare/media – l’allora “Educazione artistica” – che a tutto assomigliavano, all’infuori che ad esseri umani… sulle cui spalle Ti diverti a metterci un bel blocco di marmo e… splash! Ci ritroviamo schiacciati sotto il peso delle difficoltà più grandi di noi e non riusciamo a sopportarle. Perché questo? Che cosa abbiamo fatto di male per meritarci questa vita? A volte, più che un dono, ci sembra una condanna…

Per non parlare delle malattie… Bella trovata queste sofferenze in aggiunta a questo calvario quotidiano materiale e spirituale! Capisco che dovevi inventarti qualcosa per ricondurci a Te (cioè il doverci ammalare, in linea generale, salvo morti di differente specie, quali quelle violente, improvvise, ecc., e quindi morire per ritornare al Padre, cioè a Te, appunto), ma sino a quel momento non potevi farci vivere in grazia di Dio, cioè Tua? Poi un sonno profondo e ci risvegliavamo in Paradiso, in quel giardino meraviglioso che chi ha provato una esperienza di vita oltre la vita ed è tornato indietro, sulla terra, nel suo corpo fisico, ha descritto.

Chiedo troppo, vero?

E i bambini nati malati, deformi, con malattie genetiche rare che non hanno nemmeno la speranza di una cura? Un figlio tanto atteso da una coppia di sposi e poi una nascita che ridurrà i genitori a degli infermieri a vita e con un’esistenza che si trasformerà in un calvario non solo economico (perché costa curarsi… e tanto!) ma esistenziale, di grandi sacrifici e privazioni!

E i bimbi stessi che condurranno una vita che non è una vita, ma spesso una sopravvivenza… che torto hanno commesso?

Le vittime innocenti delle guerre (e mentre scrivo si è aperto un ulteriore fronte oltre alla Russia – Ucraina e Israele – Hammas, anche con l’Irane e gli U.S.A.), bambini, anziani, malati che subiscono gli eventi bellici voluti da quattro pazzi al potere, malati mentali che per la bramosia della ricchezza, della supremazia, del potere politico, si ammazzano tra loro, o meglio, loro ci ammazzano ma loro se la cavano sempre o quasi…

Ma perché non li folgori prima che possano portare morte e distruzione nel creato che Tu hai realizzato per noi e minacciato un giorno sì e l’altro pure dall’olocausto atomico?

Disgraziati e delinquenti, mafiosi senza scrupolo che inquinano mettendo a repentaglio la salute non solo del pianeta, degli animali che lo popolano, della vegetazione e delle acque che lo rivestono, ma anche e soprattutto quell’essere umano che hai posto sulla terra perché la soggiogasse, ma non la distruggesse…

N.B.: “In senso biblico, “soggiogare” (o “sottomettere”) la terra, come descritto nel libro della Genesi, non implica un dominio tirannico o distruttivo, ma piuttosto un responsabile governo e gestione del creato da parte dell’umanità, in accordo con il piano di Dio. Si tratta di un incarico di cura e amministrazione, non di sfruttamento”. 

[Come riporta Google interrogato sulla origine e il significato originale di questo verbo, n.d.a.]

Ti chiedo, o Gesù, Signore nostro, Re dell’Universo, perché permetti tutto questo? Perché non fai giustizia dei “cattivi” e lasci solo i buoni che si amerebbero tra loro e Ti adorerebbero e loderebbero con canti e giubili?

RISPOSTE (IPOTETICHE) DI DIO/PADRE – DI GESÙ/FIGLIO

<< Carissimi figli,

                             ho ascoltato le vostre istanze, le vostre “arrabbiature”, i vostri risentimenti, in una parola, il vostro dissenso e le domande che vi ponete e rivolgete a Me e a Mio Figlio per le palesi ingiustizie perpetrate a vostro danno dal vostro Creatore. Colui il quale viene definito l’Amore assoluto, si sarebbe “divertito” a fare tutto ciò di cui Mi imputate responsabilità e colpa per farvi soffrire e, sadicamente, al termine della vostra esistenza, punirvi col castigo eterno. Uhm, è un’idea…

Capisco il vostro rammarico per aver perso il Paradiso, senza averne personale colpa, ma che oggi, da più di 2000 anni a questa parte e dopo la venuta di mio Figlio, pur lamentandovi, Mi sembra che a quel Paradiso, quella terra promessa, non siate più molto interessati, almeno per una larga maggioranza di voi (anche di quelli che stanno leggendo questo Blog) a rientrarci.

Ho messo San Michele Arcangelo (per la cronaca, “Michele” significa “chi è come Dio”, giusto per ricordare a Satana come stanno le cose…) alla porta del Paradiso con la sua spada di fuoco per impedire a chiunque non sia nelle condizioni oggettive (in presenza di un peccato mortale commesso – in sintesi: con piena avvertenza, deliberato consenso e materia grave, morto senza essersene pentito) di entrarvi, di varcare quella soglia, ma vedo che molto pochi sono coloro realmente interessati a varcarla… Forse è meglio che lo rimuova: mi costa in straordinari ed energia combustibile (visto le recenti guerre nel Golfo, e l’aumento del gas e del petrolio…) per quella spada fiammeggiante…

E, paradossalmente, mi sembra invece siate più interessati a trascorrere il resto dell’eternità, cioè da quando chiudete gli occhi a… l’infinito, in compagnia di quel soggetto a cui attribuite tutte le responsabilità delle nefandezze e mi addebitate la colpa di non fare nulla per fermarlo.

Io non ho dato il potere a Satana di impedirvi di fare le scelte che quel libero arbitrio – seppur indebolito – vi consente comunque di fare, pur in presenza delle tentazioni che ho consentito a quel “cornuto” di mettere in atto (e ringraziatemi, così avrete delle attenuanti per le vostre colpe…), ma voi non ci sentite nel seguire le indicazioni (i 10 Comandamenti) che vi ho lasciato perché poteste ritrovare la strada che i vostri progenitori avevano smarrito.

Per facilitarvi, li ho riassunti in due, che vi ricordo così vi potranno rimanere più facilmente in testa (nemmeno chi ha appena fatto la Prima Comunione e la Cresima se li ricorda tutti e 10… per non dire dei 7 doni dello Spirito Santo, questi sconosciuti, ma lasciamo stare…): “Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso”.

Difficile rammentarlo? Credo di no, ma più difficile, molto più complesso applicarlo. Vero? Ed è da questa difficoltà, svogliatezza (anche a pregarmi…) a mettere in pratica questi due comandi/suggerimenti – perché Io non impongo mai nulla a nessuno: nemmeno a Satana gli imposi di rimanere se non avesse voluto stare nel paradiso con Me, o meglio, forse in quel caso devo averlo cacciato… non ricordo bene, gli anni passano anche per Me, qualche miliardo… – che derivano tutte le conseguenze che mi attribuite.

Diciamoci la verità: voi vorreste vivere liberi, che significa per voi fare ciò che volete secondo la carne (vero vi ho costituiti IO così), ma non secondo lo Spirito che vi ho insufflato nelle narici. Sbaglio?

Allora sarebbe più onesto dirmi: “Papà, perdona la nostra fragilità che il peccato originale, per “contaminazione” ci ha infettati, contagiati, e di cui non abbiamo colpa e che Tu col S. Battesimo ci hai purificato e tolto, lasciandoci però quella tendenza al peccato – la concupiscenza – che ci fa dannare per tutta la nostra esistenza su questa terra. Non sappiamo e non ne capiamo il motivo, ma aiutaci e sostienici nella tentazione del Maligno, non abbandonarci nel momento della provocazione che ci indurrebbe a reagire di “pancia” e non solo… ma umilmente Ti chiediamo di darci la Tua forza per superare la prova e per questo ti preghiamo col cuore!”.

Ebbene, allora vedreste la tentazione dissolversi come neve al sole e il Maligno scomparire nel nulla a cui è già destinato per l’eternità. Questi sono gli ultimi tempi che gli ho concesso, con le catene sciolte, di fare “bottino” ma di chi vuole diventare suo bottino, in libertà, non predistinatamente… per la dannazione eterna assieme a lui, già sconfitto da Mio Figlio con la Sua morte e risurrezione!

A me giudicare chi si appella alla mia Divina Misericordia per essere salvato, pur nella imperfezione della propria vita, pur nella dissolutezza di un’esistenza sprecata, ma della quale anche all’ultimo momento, colui il quale se ne rende conto e, sinceramente pentito, chiede il Mio perdono (credetemi, non pensiate che sia facile farlo dopo una vita condotta costantemente nel peccato mortale, lontano dalla Mia Grazia) solo grazie ad un atto della Mia infinita misericordia potrà salvare la sua anima, una parte di Me…

E a proposito di quell’omino di pongo (mi è piaciuta questa metafora) ricordatevi sempre che se talvolta il peso che portate vi sembra insostenibile, ebbene, sappiate che in quei momenti lo sto sostenendo IO dall’alto!

Sono riuscito a rispondere a tutti i vostri quesiti? Forse no, ma consentitemi di concludere con questa metafora che non so quanti di voi che state leggendo già conoscono: quella dell’arazzo.

Cioè?

Avete mai osservato l’intreccio di fili e nodi che ci sono dietro la tessitura di un arazzo? Il caos più totale, la confusione fatta concretezza, una accozzaglia di fili dei quali non si capisce né il senso né la logica. Sembrerebbe la realizzazione di un artista folle (un po’ come a volte mi considerate, almeno per chi crede nella Mia esistenza) un non senso in termini (pensate che l’inferno viene, tra le altre, definito come il “non senso”… che accostamento ardito con Me!).

Dunque?

Provate ora a guardare dall’altra parte quell’opera “folle”: il disegno non è forse perfetto e meraviglioso?

Quindi? Non ci siete arrivati?

Ebbene quel disegno è il progetto di Dio per la salvezza di ognuno di voi, un disegno perfetto fatto su misura, ma che visto da dietro ci pone in uno stato ansioso e che richiede solo una cosa: fidarsi di ME!

Voi invece continuate a fare di testa vostra senza ascoltare chi ho posto su questa terra con questo compito: il Mio vicario in terra , il Papa, primis, i miei ministri, quei presbiteri così poco rispettati, spesso perseguitati (pensate ai missionari martirizzati in terra di evangelizzazione) ma facilmente accusati per quegli atti di loro debolezza, giustamente, ma che non si faccia di tutta l’erba un fascio! Questo compito, quello di giudicare, lasciatelo a Me.

E concludo dicendo che, come Creatore di questa umanità, mi riservo tempi e modi per realizzare quel disegno di salvezza che vi risulta così oscuro e che non ho concesso a nessuno, nemmeno a mio Figlio, di conoscere!

Con Amore Divino, vi auguro che possiate amarvi come Io ho amato voi, figli Miei! >>.

CONCLUSIONE

Penso sia stata chiara a tutti la finalità di questo “gioco”: il farvi riflettere come spesso di fronte alle vicissitudini della vita, al male che come la zizzania si diffonde e cerca di soffocare il bene, l’unica vera risposta alle ansie del nostro vivere e alle nostre lecite domande (senza risposta, per ora…) che ci interrogano lungo l’arco temporale della nostra esistenza sia la FEDE in Lui! Il resto sono “quiz” senza soluzione, per ora…

Con affetto, umano, vi saluto.

Vostro Antonio.

P.S.: se avete piacere vi lascio un piccolo regalo relativo a questo tema, argomento tratto dal libro: “Racconti in ordine sparso” in particolare dal 2° RACCONTO : Il dialogo – Conversazione (ipotetica) con Dio – . Qui di seguito il testo:

Buona lettura.

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2 risposte

  1. Condivido appieno quello che hai scritto. Nessuno o pochi oggi fanno riflessione di questo tipo perché i ritmi della vita sono esasperati e non portano a momenti di sana meditazione.
    La fretta è contraria alla riflessione, l agire ha il sopravvento al meditare e quindi non c’è allenamento spirituale. Questa disabitudine spirituale porta a sottovalutare chi ci ha creati ed il vero fine del perché esistiamo. E molti se ne pentiranno.
    Il testo risulta gradevole nonostante i temi trattati che di per sé non sono facili. Tu sei riuscito a renderli tali per la chiarezza espositiva che denota una profonda cultura in materia religiosa.

    1. Caro Carlo, ti ringrazio per il commento che hai voluto redigere a piè del presente blog. Purtroppo spesso è così: la frenesia del vivere ci fa perdere di vista il fine del vivere… La disabitudine non è solo relegata al fattore spirituale, ma abbraccia anche la lettura. Oggi non si ha neppure il tempo (o la voglia?) di leggere alcunchè: se le righe da leggere superano le 3 o 4 il rischio di non iniziare nemmeno a leggere quell’articolo o quel “copy” (la didascalia sotto i post…) è elevatissimo. Non a caso definisco la cultura attuale “didascalica”, sempre nei limiti di quel numero di righe citato. Tristemente. Oggi come oggi, infatti, ci sono più autori che scrivono e libri pubblicati che , ahimè!, lettori.
      Perdona lo sfogo, ma tornando al tuo commento vorrei concludere la mia risposta (già troppo lunga per molti…) dicendo che così come nutriamo il corpo, dovremmo nutrire lo Spirito altrimenti “dimagrisce” sino a… morire! Ciò vale sia per chi è o si definisce cristiano, ma anche per chi non lo sia. Il Creatore ci ha dato la vita e a Lui torneremo. Una lettura di libri di spiritualità, l’ascolto della Parola, di una catechesi, ecc. senz’altro permetterà all’essere umano di far crescere dentro di sé la consapevolezza che non siamo solo “soma” ma anche Spirito. Il rischio, per molti, è di rimanere solo “soma-ri”… Al Padre eterno, poi, e alla Sua infinita misericodia ci appelliamo consapevoli, però, che anche noi dobbiamo fare la nostra parte o, almeno, provarci… Grazie Carlo per il tuo più che apprezzabile commento.

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