PREMESSA
Nel rispetto delle differenti opinioni e posizioni – spesso semplicemente ideologiche – sul tema delle vaccinazioni e di chi ne è letteralmente contrario, senza voler offendere nessuno, ma anche rispettoso delle mie personali considerazioni, forse a tratti un po’ dure, crude, ma frutto di un punto di vista professionale maturato per una intera vita lavorativa in campo medico-scientifico, desidero sottolineare che ognuno è libero di effettuare le proprie scelte, assumendosene le conseguenze, sempre che queste non vadano, oltretutto, a ledere i diritti e le libertà altrui. A voi trarre le debite considerazioni: qui ho espresso le mie.
Nota
Per l’ampiezza dell’argomento, lo stesso è stato suddiviso in 2 parti: questa la PRIMA (la SECONDA al 27/2/2023).
RIFLESSIONI SUL BIENNIO 2019 – 2021 CIRCA LA PANDEMIA DA COVID
IL 2021, credo, lo ricorderemo per quello che avrebbe dovuto porre fine alla pandemia, o meglio, l’anno in cui la pandemia da Coronavirus sarebbe dovuta terminare, un po’ come è capitato anche con altre pandemie influenzali, in tempi passati, che hanno avuto una durata media di un paio di anni (la più drammatica fu quella chiamata “Spagnola” – 1918/1920 – con circa 50 milioni di morti e 500 milioni di infettati nel mondo…).
Questa, invece, sembra non volerne sapere di andarsene. Verrebbe spontaneo chiedersi: “Per colpa di chi?” così come cantava Zucchero Fornaciari nella omonima canzone. Di certo, tra le tante incertezze e contraddizioni, questo virus ci lascia un po’ perplessi, almeno a noi non addetti ai lavori in modo diretto, ma anche a chi questa materia la tratta per professione.
Virologi, microbiologi, infettivologi, epidemiologi, immunologi, anestesisti e rianimatori, “tuttologi”… sembra che di cantonate ne abbiano prese più di una ma non vorrei esser frainteso: non ce l’ho con loro, quanto piuttosto con coloro che, pur a fronte di evidenze scientifiche acquisite nel tempo e di fronte alle persone che hanno contratto questo virus, diagnosticato con esami di laboratorio e strumentali, continuano a negare, dati numerici alla mano, circa l’esistenza di questo microrganismo patogeno e tristemente letale al suo esordio.
Oggi siamo nel 2023 e la mortalità sembra essere di gran lunga inferiore, così come le manifestazioni cliniche, anziani immunodefedati o pazienti immunocompromessi a parte, rispetto ad allora: le bare in partenza dagli ospedali della bergamasca (sino a 25 morti al giorno!) non sono una mia invenzione.
ANALISI CRONOLOGICA

Ma andiamo con ordine, almeno per quanto possibile quando si parla di una materia così complessa come la microbiologia con tutte le sue varie e differenti specializzazioni, e cerchiamo di analizzare i fatti con l’occhio più che dello specialista, con quello del buon senso – merce rara di questi tempi!
Il rischio è, infatti, di passare da “creduloni” a “negazionisti/complottisti”: “In medio stat virtus” nel mezzo, come sempre, sta la virtù.
Quindi? Partiamo dall’esordio della epidemia (poi diventata, estendendosi a livello planetario, pandemia).
Riporto la sequenza delle date che hanno caratterizzato questo recente periodo, tratto da Internet:
“ 31 dicembre 2019
La Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un cluster di casi di polmonite a eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. La maggior parte dei casi aveva un legame epidemiologico con il mercato di Huanan Seafood, nel sud della Cina, un mercato all’ingrosso di frutti di mare e animali vivi.
Fine modulo
10 gennaio 2020: identificato il nuovo virus
A distanza di pochi giorni dall’annuncio del cluster di casi a Wuhan i ricercatori cinesi depositano la “carta di identità” del virus, ovvero la sequenza dell’RNA virale, nel database internazionale virological.org.
Diverso da tutti i virus conosciuti sino a quel momento, la conoscenza della sequenza è il primo passo nella lotta al coronavirus.
20 gennaio 2020: il virus si trasmette da persona a persona
In una purtroppo storica conferenza stampa della China’s National Health Commission viene confermato quanto già sospettato da giorni. Il nuovo coronavirus si trasmette da uomo ad uomo. E’ la conferma della nascita di una nuova malattia virale che verrà identificata con il nome di COVID-19 (Coronavirus Disease).
23 gennaio 2020: Wuhan inizia il lockdown
Inizia il primo lockdown di massa della storia. 60 milioni di persone appartenenti alla provincia di Hubei – di cui 11 nella sola città di Wuhan – entrano in un rigido lockdown. Strade deserte e servizi ridotti al minimo. Le immagini che giungono dalla Cina sembrano quelle di un film. Nessuno lontanamente immagina che le stesse misure verranno varate anche nel nostro Paese poco più di un mese e mezzo dopo. Nelle settimane successive il virus ha un nome, Sar-Cov-2. Le prime indagini indicano che il virus è identico per il 96,2% del genoma al coronavirus tipico del pipistrello.
[Mia nota: zoonosi? Cioè passaggio di un patogeno dall’animale all’uomo]
21 febbraio 2020: i primi casi italiani
Pur essendo stati identificati a fine gennaio due casi di coronavirus in turisti cinesi in visita a Roma, il 21 febbraio viene identificato quello che erroneamente sarà il paziente zero, un 38enne di Codogno. Diversi focolai sono presenti in alcune zone del Nord Italia come a Vo’ Euganeo e nella provincia di Bergamo. Incominciando a cercare attivamente il virus – prima l’indagine mediante tampone molecolare era eseguibile sono in persone di ritorno dalla Cina -, nel giro di 3 giorni si arriva a 325 casi confermati. E’ l’inizio della prima devastante ondata per l’Italia. Un’ondata a cui si cerca di porre rimedio con il lockdown nazionale a partire da domenica 8 marzo.
11 marzo 2020: l’OMS dichiara lo stato di pandemia
Il virus si diffonde rapidamente e in un territorio sempre più vasto. L’epidemia è in gran parte fuori controllo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara ufficialmente lo stato di pandemia. Emblematiche le parole del direttore dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesu: “Nelle ultime due settimane il numero di casi di COVID-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte e il numero di paesi colpiti è triplicato, ci sono più di 118.000 casi in 114 paesi e 4.291 persone hanno perso la vita. Altre migliaia stanno lottando per la propria vita negli ospedali. Nei giorni e nelle settimane a venire, prevediamo che il numero di casi, il numero di decessi e il numero di paesi colpiti aumenteranno ancora di più. L’OMS ha valutato questo focolaio 24 ore su 24 e siamo profondamente preoccupati sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione. Abbiamo quindi valutato che COVID-19 può essere caratterizzato come una pandemia”.
16 marzo 2020: iniziano le sperimentazioni dei primi vaccini
A poco più di due mesi dall’identificazione della sequenza virale di Sars-Cov-2 iniziano le prime sperimentazione dei vaccini per Covid-19. A dare il via ai trial clinici sono Moderna – con il primo vaccino a mRNA – e CanSino – vaccino a vettore virale -. Da quel momento ad oggi sono 69 i vaccini in fase sperimentale nell’uomo.
16 giugno 2020: il desametasone riduce il numero di decessi
Nonostante i vari tentativi nella ricerca di farmaci efficaci contro il virus, l’unica molecola che si è dimostrata avere grandi effetti nel ridurre il numero di decessi nei casi più gravi di Covid-19 è il desametasone. Tale molecola, un vecchio farmaco antinfiammatorio, si è dimostrata utile nel ridurre di oltre un terzo le morti in quei pazienti più gravi sottoposti a ventilazione meccanica. Ad annunciarlo è l’Università di Oxford sulla base dei dati raccolti nello studio RECOVERY (Randomised Evaluation of COVid-19 thERapY).
Fine ottobre 2020: inizia la seconda ondata in europa
Dopo un’estate dove in Europa i casi si sono ridotti al minimo, Francia, Spagna, Germania e successivamente Italia sperimentano la risalita nel numero dei contagi. Al di là del numero totale di casi – non comparabile tra la prima e la seconda ondata -, in Italia assistiamo ad un contagio diffuso su tutto il territorio nazionale. Una situazione differente rispetto a marzo quando la maggior parte dei casi e dei decessi si è registrata al Nord.
14 dicembre 2020: approvato il primo vaccino contro covid-19“
Dopo gli annunci avvenuti in novembre, a metà dicembre viene ufficialmente approvato dall’FDA – e in seguito da EMA il 21 dicembre – il primo vaccino della storia contro Covid-19. Si tratta di BNT162b2 sviluppato da Pfizer BioNTech, il primo vaccino con tecnologia a mRNA. Un’approvazione a cui segue, da parte di FDA, quella di mRNA-1273 sviluppato da Moderna. Il 27 dicembre segna una data storica per l’Unione Europea: nella mattinata iniziano contemporaneamente in tutti gli Stati membri le prime iniezioni del vaccino. L’inizio di una nuova era nel contrasto alla pandemia.”

ANEDDOTI IN PANDEMIA
Mi fermo qui: il resto, quello del 2021, è storia più recente ai nostri giorni, triste storia, non solo per le sofferenze fisiche e psicologiche che sono associate al post-patologia da Covid-19 (chiamata “long-Covid”: sindrome caratterizzata da fatica, affanno, difficoltà nel camminare, dolori muscolari, vertigini, astenia, deficit cognitivi, ansia e depressione, e che può riguardare soggetti di qualunque età e con varia severità della fase acuta di malattia, è stata riconosciuta come una entità clinica specifica), per i ricoveri in terapia intensiva e per i morti che ha generato, ma anche per la realtà, piccola, ma reale, di una nuova “epidemia”, forse meglio definibile come “endemia”, visto il limitato e più circoscritto numero di “adepti” benchè costantemente presente su tutto il territorio nazionale (ma che assume caratteristiche pandemiche quando travalica i vari Paesi e sconfina): i “no-vax”.
Non è una nuova “sindrome” clinica, ma colpisce il “cervello” di molte persone e la loro capacità di ragionamento, di razionalità, di negare l’evidenza, affondando le proprie radici nell’irrazionale, nella superstizione e, in una parola, nell’ignoranza arrogante ed aggressiva tipica conseguenza dell’incaponimento e di un atteggiamento di preclusione aprioristica, in generale, di fronte ad una realtà, qualunque essa sia.
Ma ne riparleremo più avanti.
Ora partiamo dalla confusione che, non solo in Italia, si è generata e diffusa, al pari e ancor più del virus, sul virus stesso e sulla sua reale pericolosità, nel periodo pandemico. Si sono collezionati una serie di aneddoti che, se non fossero drammatici per le relative conseguenze che hanno avuto, sarebbero addirittura ridicoli e di un esilarante senza eguali.
Prendiamone una per tutte tra quelle nostrane: “Questo virus è poco più di una influenza” detto dall’allora Segretario del PD, Nicola Zingaretti, e Presidente della Regione Lazio dal 2013 al 2022. Dopodichè si ammalò, o meglio contrasse anche lui il virus, e si fece la relativa quarantena.
Nel Regno Unito – ormai ex-nazione appartenente alla U.E. – Boris Johnson affermò che “Molte famiglie perderanno i loro cari” e che quindi si dovevano abituare a questa evenienza, sostenuto dall’allora suo consulente scientifico ed epidemiologo – un certo Neil Ferguson – che “confondeva” il concetto di “protezione di gregge” con quello di “selezione naturale”.
Detto in parole semplici, sosteneva che dovremo abituarci al fatto che solo i più forti supereranno l’epidemia (“selezione naturale”) e così chi sopravviveva, essendosi immunizzato per essere riuscito a superare la malattia, avrebbe garantito una immunità anche per gli altri (“protezione di gregge”). Follia… Una nota: dopo il ricovero in ospedale di Boris Johnson, lui stesso ha un po’ modificato il suo approccio… guarda un po’!
Per arrivare all’ex-Presidente degli Stati Uniti d’America – Ronald Trump – che confutava quello che Anthony Stephen Fauci, immunologo statunitense di fama mondiale, noto per i suoi contributi nella ricerca sull’AIDS e altre immunodeficienze, andava sostenendo circa la pericolosità del Covid – 19.
Mi fermo qui, ancora una volta, perché di folli (vedi per es. anche l’ex-Presidente Jair Bolsonaro in Brasile, ecc.…) ce ne sono stati (e qualcuno tuttora…) che, nonostante la drammaticità visibile sotto gli occhi di tutti, continuavano a dire che il Covid non esisteva e se esisteva non era lui a generare la morte dei pazienti che, chissà come mai, dall’oggi al domani, all’improvviso, venivano ricoverati in terapia intensiva/rianimazione e morivano per patologie concomitanti e/o pregresse: ciò può anche starci, ma guarda caso, in coincidenza con la diagnosticata infezione virale, complicavano le proprie condizioni di salute con una polmonite atipica, interstiziale, bilaterale (classica infezione polmonare riscontrata nella maggioranza dei pazienti che avevano contratto il Covid) e ci salutavano… Intubazione dei pazienti ricoverati, ventilazione meccanica e “casco” diventavano tristemente famosi e salivano alla ribalta dei TG regionali e nazionali…
Con affetto, Antonio
Per la 2° PARTE vi rimando, come anticipato nella Nota, al BLOG del 27/02/2023
2 risposte
Caro Antonio, leggo sempre con molto piacere ed interesse quanto scrivi, comprese le tue newsletter.
Voglio essere sincera , ho letto questa prima parte “A proposito di Covid” con una certa rapidità.
Probabilmente perchè gli anni di questa pandemia, quanto letto sui giornali, quanto visto in TV,
quanto vissuto da conoscenti mi hanno particolarmente “toccata” e turbata.
Non che tralasci notizie sull’andamento attuale, ma voglio centellinare il mio interesse.
Passiamo purtroppo da una triste notizia ad un’altra (l’attuale guerra).
Poi ognuno di noi ha una propria emotività.
Non mancherò comunque di leggere la seconda parte, e grazie, perchè con i tuoi scritti mi tieni compagnia .
Cara Mariagrazia, mi fa piacere che le mie Newsletter e i miei articoli, pubblicati sul Blog del mio sito, ti siano utili e possano farti compagnia. Grazie. Nello specifico, credo che la pubblicazione promessa per il 27/2/2023 possa dare una più completa informazione circa quello che tutti noi abbiamo vissuto e di cui oggi, ai vari TG, non se ne sente più parlare, come se il virus Covid19 fosse scomparso improvvisamente così come, allo stesso modo, è apparso nel mondo. Ma sappiamo che “chiodo scaccia chiodo”, cioè che una brutta notizia viene “scalzata” da un’altra, di solito anche peggiore della precedente. Il caso della guerra in Ucraina credo abbia generato questo effetto. Nel male, sarebbe molto bello se questa guerra non scalzasse solo la notizia, ma anche il virus! E’ una battuta, evidentemente, ma ciò non toglie che i mass media vivono sull’ultimo dramma – vedi il devastante terremoto in Turchia e Siria – anche se in questo caso l’evento disastroso non ha avuto la “forza” di soppiantare la notizia sulla guerra perchè, quest’ultima, rappresenta un grande rischio per la sicurezza non solo italiana, ma dell’intera Europa, per non dire di tutto il mondo, visto il paventato rischio per una guerra nucleare più volte minacciata. Di questo argomento, se mi segui con attenzione e continuità, ho già parlato in un altro mio blog del 21/9/2022 dal titolo “Operazione Speciale: come confondere Liberazione con Invasione” al quale ti rimando se ne avrai tempo e desiderio. In attesa di una tua opinione anche sulla 2° parte dell’articolo sul Covid, ti saluto caramente.