Cari lettori Over 55 (1946/1964) che nel parlare attuale veniamo definiti “analogici” – la prima volta che ho sentito questo termine, pensavo fosse una… “parolaccia” – ho cercato su vari dizionari una definizione che mi spiegasse la differenza tra “analogici” e “digitali”.
Credetemi, non è stato facile perché la terminologia usata nello spiegarlo si rifaceva essenzialmente all’ambito prettamente elettronico/informatico: ve la risparmio perché dopo averla letta una decina di volte, facevo ancora fatica a comprenderne il senso, ma soprattutto se applicato agli esseri umani e non a dei… calcolatori!
A furia di cercare spiegazioni più comprensibili applicate al genere umano, su Google, ho finalmente trovato una spiegazione chiara e facilmente fruibile:
“Cosa vuol dire persona analogica?”
Nel senso comune, ad “analogico” è associato un significato di “vecchio” o “passato” o “di bassa qualità”; “digitale” è, invece sinonimo di “nuovo” o “innovativo” o “di qualità”. E accanto a questa, un’altra espressione – sempre più comunemente usata – di “cittadini digitali” che veniva così spiegata:
“Quando si diventa cittadini digitali?”
Si definiscono “nativi digitali” i nuovi cittadini che sono nati nella tecnologia. Fin dai primi momenti della propria crescita cognitiva e sociale hanno utilizzato i mezzi tecnologici in modo “naturale”.
Chiaro? Oh, finalmente! Adesso che ho capito mi sento un po’ più… “old”, “vecchio”.
Effettivamente stiamo vivendo un periodo di cambiamenti sociali e di transizione tecnologica che solo 10/15 anni fa ci sembrava impossibile. Se facciamo mente locale alla velocità di questi mutamenti, e lo rapportiamo allo sviluppo tecnologico dei “nostri tempi”, mi sembra di essere un “preistorico” altro che analogico…!
Ricordate le famose radio con il “mangiacassette”?
O i “mangiadischi”?
E i “cicalini” cerca persone?
Beh, mi fermo qui perché altrimenti questo articolo diventa un “amarcord” … e alla mia età non mi sento ancora, fisicamente e mentalmente, così “vecchio”.
È indiscutibile, però, che per l’evoluzione così repentina che la tecnologia ha avuto – in particolare in ambito softweristico e digitale – chi rientra tra gli OVER… qualche difficoltà, oggettivamente, la incontra nell’usare questi nuovi dispositivi che il mercato ci offre per agevolarci in tante operazioni che prima dovevamo svolgere recandoci di persona presso i vari uffici mentre ora possiamo fare le stesse cose stando comodamente seduti a casa nostra o mentre siamo a spasso: dall’ambito burocratico-amministrativo e/o contabile (per es. da una richiesta di cambio residenza ad un bonifico bancario) a quello medico-sanitario (come consultare l’esito delle nostre analisi di laboratorio, ecc.) oppure per la prenotazione di un biglietto aereo o ferroviario, e via così.
Però per godere di queste comodità, bisogna imparare a gestire questi benedetti dispositivi.
In confidenza: ho seguito un paio di corsi di digitalizzazione, ho anche superato i vari test e conseguito il diplomino in “Competenze digitali” (e qualcosa l’ho appresa…), ma quando mi trovo a dover ordinare qualcosa su Amazon… chiedo a mio figlio – generazione Millennials: 1980/1994 – un supporto, talvolta solo “psicologico”, per quella insicurezza che mi coglie nel procedere (la paura di sbagliare…) e questo perché, non eseguendo spesso quella determinata procedura, me la dimentico…

Qui, confesso, mi sento “Over”.
Quindi?
Quindi penso che, forse, pur a fronte di questo sentirsi a disagio di fronte all’evoluzione digitale così innovativa – ma non così scontata per noi OVER – le prime volte che vogliamo “scaricare” qualcosa da un sito o su un Kindle (dispositivi per la lettura di e-Book – libri digitali), iscriverci ad una Newsletter o acquistare un prodotto su Internet, chiediamo supporto ai nostri figli/nipoti che rientranti nelle generazioni “X” (1965/1979), Millennial (1980/1994) o “Z” (1995/2010) sapranno senz’altro istruirci e seguirci.
Del resto lo facemmo noi con loro quando erano piccoli, oggi, che “piccoli” in questa realtà lo siamo tornati ad essere noi, è giusto chieder loro di darci una mano.
Permettetemi una considerazione.
Quando si parla di incomunicabilità tra generazioni, che un tempo si differenziavano di una ventina di anni, l’una dall’altra (oggi sembrerebbero distinguersi per un massimo di quindici anni tra loro e qualcuno sostiene anche meno…), credo che questa rivoluzione digitale possa diventare l’anello di congiunzione tra gli Over e i giovani d’oggi.
In che senso? Mi spiego meglio.
Al giovane, per definizione, manca l’esperienza di vita che a 18 anni non si può avere rispetto ad uno di 60, ma al tempo stesso una persona di 60 non ha la stessa conoscenza tecnologica di un giovane diciottenne.
E allora?
Allora, forse, questa digitalizzazione della nostra società e del mondo intero porta entrambe le generazioni, in senso lato, a dover comunicare necessariamente tra loro avendo, nell’“anziano” la conoscenza, l’esperienza di vita, ma non quella dei mezzi moderni di comunicazione e viceversa per il giovane.
In altri termini, conosco il “cosa” scrivere, ma non il “come” farlo, cioè il mezzo tecnologico da utilizzare a tale scopo. A questo punto, il nipotino si sentirà gratificato di poter “insegnare” al nonno e il nonno di trasferirgli le nozioni esperienziali di cui il piccolo non dispone.
Quindi non tutto il “male” vien per nuocere…
Bene, allora tutto risolto? Quasi…
Perché?
Perché negli Over subentra a volte un senso di “frustrazione” nel non essere sempre in grado di gestire queste tecnologie e desidererebbe non dover sempre dipendere da figli e nipoti, i quali, crescendo, non sempre hanno tempo e… pazienza di soddisfare tempestivamente le esigenze di genitori e nonni.
Che fare, dunque?
Io non sono in grado e mi risulta un po’ complesso spiegarvi tutti i metodi esistenti – rimanendo nel mio campo di scrittore di e-book – per poter scaricare un libro da tutte le piattaforme esistenti, Amazon, Google, ecc. ma qualche suggerimento per rendervi autonomi nello scaricare gratuitamente il libro dal mio sito in formato “pdf” sui dispositivi (cellulare, tablet, pc) e per iscrivervi – se lo desidererete – alla mia Newsletter, posso provarci.
Spero di essere il più semplice e chiaro possibile, come se lo dovessi spiegare a… me stesso.
Mi rivolgerò, ora, in prima persona come se parlassi ad ognuno di voi, singolarmente inteso.
Allora sei pronto? Partiamo, dunque e seguimi!
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10 – …buona lettura!
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9 – in attesa di inviartela ti saluto e auguro buona lettura.
Difficile? Provateci e vedrete che è stato più lungo leggere le istruzioni che… farlo!
E come recitava una pubblicità “analogica” … “Provare per credere!”
Con affetto, Antonio