Quante volte nella nostra vita ci sono capitati fatti particolari ai quali difficilmente riusciamo a dare una
spiegazione razionale?
Nel mio libro Solo “casualità” o Progetto? – Accadimenti particolari di una comune esistenza viene raccolta una serie di episodi rientranti in questa realtà, accadutimi personalmente o a miei parenti e/o amici/conoscenti.
Trovi il libro da scaricare nella pagina I miei Libri del mio sito web.
Vi confesso che mentre raccoglievo e riordinavo i tanti ricordi relativi a queste situazioni particolari e rendevo partecipi alcuni amici dell’intenzione di scrivere un libro su questo tema, con delicatezza e iniziale imbarazzo mi esternavano situazioni analoghe accadute anche a loro, delle quali alcune sono state riportate nella mia opera letteraria.
Ebbene sì, mi son reso conto che, a ben riflettere, ad ognuno di noi è successo, nella propria vita, un fatto, un episodio che liquidarlo con un semplice “Sarà stato un caso” risulta insufficiente.
Provate a pensare con la mente libera da preconcetti, se ci riuscite, a quelle circostanze in cui un vostro pensiero, inerente una necessità, si è materializzato qualche momento dopo, magari il giorno successivo o, addirittura, appena terminato di pensarlo.
Mi spiego meglio, almeno per chi non avesse ancora letto il mio libro che ben spiega questo concetto con un esempio, o meglio, con un episodio realmente accaduto ad un mio caro amico e che mi fu da lui confidato quando gli parlai della mia intenzione di scrivere questo libro.
Una premessa: quando si parla di questi argomenti ci sono due rischi ai quali si va incontro.
Non essere creduti
Il primo è quello di non essere creduti perché quanto narrato sembra più frutto di fantasia (se non di “balle”…) o, quantomeno, si fa appello alla credibilità di chi ce lo racconta e quindi lo si riporta in buona fede. Il secondo è il non crederci per proprie convinzioni razionali, o preconcetti, che non lasciano spazio ad un intervento del Sovrannaturale.
Perché dico questo?
Perché tutti gli episodi che mi son accaduti personalmente o a chi me li ha confessati, sono avvenuti dopo una invocazione, una preghiera, una richiesta di aiuto, differentemente formulata, al Signore, alla Madonna o ad un Santo intercessore.
Quindi, se di “caso” vogliamo parlare, guarda “caso” il fatto di aver ottenuto ciò di cui si aveva bisogno lo si è avuto proprio dopo averlo richiesto, a volte con insistente preghiera, solo dopo quest’ultima.
Una piccola storiella
Accennavo prima ad un esempio chiarificatore per chi è meno attento a leggere questi eventi al di fuori dei propri cinque sensi…
Un mio carissimo amico, dicevo, inizialmente benestante, commerciante nel settore dell’abbigliamento, proprietario di due banchi vendita con due postazioni privilegiate nei mercati di una zona di Milano, con fatturati ed utili invidiabilissimi, si trovò, per la realizzazione di opere edili pubbliche, ad essere “sfrattato” da dove si trovava ormai da anni, e a doversi spostare da quelle postazioni così strategiche.
Chi opera in quel settore sa bene cosa significhi doversi spostare da un punto all’altro anche della stessa piazza del mercato o, addirittura in un’altra e nuova area: si perde di colpo buona parte della propria clientela (se non tutta!) con relativa caduta del fatturato (ma non dei costi che rimangono invariati, quando non aumentano…).
Ebbene, lui si ritrovò nel giro di qualche mese, come si usa dire, “dalle stelle alle stalle” in forte sofferenza
economica. Mai come in queste circostanze – sembra che la fortuna sia cieca, ma la “sfiga” ci veda bene! –
gli arrivò una ingiunzione di pagamento per una scadenza che era andata in protesto. Le conseguenze legali e il travaglio burocratico ed economico che ne deriva sono cose note a chi ci è passato…
Era veramente in difficoltà e l’importo da onorare non era proprio modesto (c’era ancora la “vecchia cara lira” £ – ve la ricordate?), soprattutto quando uno non ne ha…
Cosa fece?
La sera prima della data di scadenza, cioè del giorno seguente, dopo che tutti i tentativi di reperire, anche a prestito, quella cifra, andarono a vuoto (perché, paradossalmente, ti si fa credito se hai i soldi e le garanzie di poterli restituire, altrimenti nessuno ti fa credito, banche per prime!), pregò con tutta
la fede che, in chi crede, in quelle circostanze si manifesta forte in colui che si trova nello stato di bisogno, e si affidò al Signore chiedendogli veramente un miracolo.
I soldi per pagare quella scadenza proprio non li aveva pur raschiando il fondo del barile… E si addormentò.
La mattina, svegliatosi col pensiero di cosa avrebbe potuto fare, si vestì per recarsi in banca e vedere come risolvere il problema.
Scese le scale, diede uno sguardo alla cassetta della posta e vi trovò dentro quel tipo di “letterine” che ogni Italiano “prega” di non dover mai trovare: una lettera della cara – in tutti i sensi – Agenzia delle Entrate…
La prese, la fece ballare tra le mani, sconsolato e – mi confessò – guardò verso il cielo o, meglio, verso il Cielo con la “C” maiuscola, dicendo tra sé: “Signore, non era questo che ti chiedevo ieri sera nelle mie preghiere!” con un umano e lecito risentimento: sembrava il classico aggiungere la beffa al danno.
Ormai, rassegnato a dover aggiungere, appunto, “mazzata a mazzata”, la aprì e rimase sbigottito, incredulo ai suoi occhi: lì, in quella busta, unitamente ad una lettera di accompagnamento, c’era, non una sanzione da dover pagare, ma un assegno quale rimborso IVA a suo favore!
E cosa c’è di “miracoloso”?
Che l’importo dell’assegno superava significativamente l’importo in scadenza! Fu così che poté onorare il suo debito e gli rimase anche una buona differenza per lui.
Il timore di essere giudicati
Mi limito a questo episodio, senza la pretesa di aver “convertito” gli scettici, ma di certo il “caso” si è
manifestato dopo quella accorata supplica, nella maniera meno pensabile e con un tempismo inimmaginabile anche dal miglior “mago” o fattucchiere esistente.
Ma questo è solo uno dei molteplici episodi che mi sono stati narrati dopo essermi per primo aperto, su questi temi, verso quelle persone che, tra una chiacchiera e l’altra, mi hanno poi raccontato quanto loro
successo “inspiegabilmente”: il timore di essere giudicati “visionari” o “pallisti” è sempre molto presente in
chi deve esternare questi fatti.
Deve, quindi, aver fiducia e stima nella persona con cui si confida.
Nel mio libro riporto solo quelli che ho ritenuto più pregnanti per la loro particolarità, scremando da quelli che onestamente non mi sembravano così rilevanti sotto questo profilo o “autentici”, cioè affidabili nella loro credibilità.
Il rischio, come dicevo, è quello di riportare fatti dei quali non si possono avere le prove per confermarli essendo, proprio per la loro natura e nella stragrande percentuale delle situazioni, non dimostrabili razionalmente… altrimenti non sarebbero “Accadimenti particolari…”.
Mi rendo conto che stiamo toccando aspetti molto personali che coinvolgono la sfera delle proprie convinzioni religiose e di fede ma, in tutta coscienza, non riuscirei a definire solo frutto del caso gli eventi descritti nel mio testo così come quelli di cui sono stato reso partecipe nel tempo.
E a voi, miei cari lettori, non è mai capitato nulla di “strano” a cui non siete riusciti a dare una spiegazione logica?
Non vi nascondo la tentazione di raccogliere, in un prossimo libro, le vostre eventuali testimonianze di cui
vorrete o vorreste farmi partecipe, appellandomi, nel caso lo vogliate, solo alla veridicità di quanto
desidererete raccontare, liberandomi dalla responsabilità – laddove decidessi di pubblicare – di riferire fatti non veri, della serie “relata refero” cioè “riferisco cose riferite” [da altri].
Il Progetto della nostra esistenza
Ma nel titolo c’è anche un’altra parola particolare: “Progetto” con la “P” maiuscola.
A cosa mi riferisco?
Semplicemente al fatto che sono pienamente convinto che quanto ci accade nell’arco temporale della
nostra esistenza non accada per “caso”, ma per disegno divino.
Detto in altri termini, quante volte ci son capitate delle situazioni quali segni premonitori di un evento, positivo o negativo, poi verificatosi?
Il punto è che le cose accadono a tutti ma con una differenza: c’è chi se ne accorge, li osserva e ne trae delle indicazioni e chi le trascura o semplicemente non ci fa caso. Guardate come ritorna questo “caso”…
Forse che stia affermando che ci sia, quindi, una “predestinazione” della nostra vita e che quei segni siano
semplicemente delle pietre miliari lungo il percorso terreno della nostra esistenza, già definito e che noi
percorriamo inconsapevolmente, ma obbligatoriamente? No, non credo proprio, soprattutto nell’accezione “obbligatoriamente”, in quanto credo nel libero arbitrio, cioè nella libertà, seppur condizionata, di operare le nostre scelte.
Per me quei “segni” sono da leggersi nell’ottica delle proprie convinzioni di fede, per chi ce l’ha, o di attenzione per chi, laicamente, non abbia questo dono.
Non mi crederete, ma mentre sto scrivendo questo articolo, mi è giunto sul cellulare un messaggio da
Facebook. Sapete cosa c’è scritto? Ve lo riporto integralmente: “Non ho idea di dove la mia vita mi stia
portando, ma la lascio fare, probabilmente conosce la strada meglio di me”.
Non so chi sia l’autore di questa frase, ma il “caso” vuole che mentre stia trattando questo argomento sulla vita, la strada e i “segnali” che vi possiamo incontrare non solo per avvertirci, ma anche per guidarci, venga raggiunto da questo messaggio che, mi sembra, possa essere molto significativo in questo contesto.
Segno o Superstizione?
Attenzione, però, ad un aspetto: non confondiamo il “segno” con la “superstizione”. Questo è un rischio molto grande in cui si può incorrere e, se mi posso permettere di dare un suggerimento, il criterio che ho
personalmente attuato per discernere il “caso” dal “segno” è il seguente: ciò che mi accade spontaneamente, cioè senza una mia pregressa invocazione/preghiera, la attribuisco al “caso”; viceversa,
se ciò che chiedo dopo essermi rivolto al Signore, da lì a “breve”, si verifica, allora lo attribuisco ad un
intervento del Soprannaturale.
Un esempio?
Cammino per strada e guardando per terra trovo 100 €: quale “miracolo” posso mai invocare?
Nessuno, la dea bendata ha voluto trovassi quel denaro. Diverso sarebbe se avessi necessità proprio di quei 100 € – che non ho – e che mi servono per pagare una scadenza (vedi quanto su raccontato) e dopo aver chiesto di essere esaudito nella mia preghiera, ciò accade. Chiaro?
Perché ho parlato di “superstizione”?
Perché per chi non crede, ogni evento può essere anche vissuto dandogli una interpretazione fatalistica o, peggio, interpretarla come il suggerimento da seguire a volte, anche “scaramanticamente” – altro aspetto della superstizione stessa – con conseguenze che potrebbero rivelarsi disastrose.
Dunque?
Occorre capacità di discernimento, capacità di saper leggere i fatti della vita in modo attento né sottovalutando né sopravvalutando gli accadimenti in sé, ma soprattutto senza enuclearli dal contesto e dalle premesse anzidette.
Poi ognuno tragga le proprie conclusioni. Io le ho tratte e nel mio libro… trattate. A voi, le vostre
conclusioni.
Con affetto, Antonio