Antonio Palmiero

Avete mai provato, da genitori, a rileggervi adolescenti?

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Quando si parla di adolescenza, inevitabilmente, per chi quella età, o meglio, quel periodo, l’ha superato, non può non ricordarlo scuotendo la testa, tornandogli alla mente quante stupidaggini si son dette o fatte.

Ma tornano alla mente anche le problematiche vissute e caratterizzate da quella incapacità ad affrontarle serenamente come affetti da dicromatismo: o bianco o nero, senza lasciar spazio a sfumature o tonalità di grigio. Inesistenti gli altri colori…

Era ed è sempre tipico di quel periodo il non accettare compromessi e tutto è visto come ingigantito, come difficile se non impossibile da affrontare e superare o, ancora, il vivere quelle situazioni come appartenenti esclusivamente a quel/quella ragazzo/a, come se gli altri coetanei fossero degli extra-terrestri e non vivessero analoghi disagi legati alla fisiologica crescita e metamorfosi.

Il libro Maledetta adolescenza, beata gioventù – Coraggiosa confessione di un genitore è uno spaccato autobiografico di quella realtà da me vissuta e qui testimoniata con un particolare: l’aver riletto quell’epoca con gli occhi di un genitore.

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Trovi il libro da scaricare nella pagina I miei Libri del mio sito web.

E la prospettiva, ovviamente, cambia completamente.

“Certo”, mi sembra sentire i giovani adolescenti (anche se l’arco temporale di quella fase di crescita sembra essersi molto dilatata e superare agevolmente la maggiore età…) dire: “Ti piace vincere facile, eh?” che tradotto suona più o meno così: “Ora che sei adulto e genitore, è ovvio che, avendo già vissuto quella esperienza di vita, ti sembri tutto facile” e, in un certo senso, è vero.

Come ogni esame nella vita, una volta superato, sembra tutto più scontato, semplice ma… solo dopo.

Suggerimenti per affrontare lo sviluppo psico-fisico della persona

Prima era l’ansia della prova d’esame scolastico, della “prestazione” con la prima ragazzina, dell’approccio con una donna più grande, dell’esame della patente di guida, ecc.

Ma proprio in quest’ottica, la finalità che il libro si prefigge è quella di fornire non tanto un manuale pronto all’uso per risolvere i problemi che si presenteranno durante l’adolescenza, ma dei suggerimenti di come affrontare in modo più sereno quei problemi di sviluppo psico-fisico incontro ai quali tutti siamo andati e, chi in un modo chi in un altro, abbiamo superato.

E non esiste il modo giusto o sbagliato, quanto tante e differenti modalità di approcciarsi a quelle problematiche cercando, però, di non commettere alcuni errori che potrebbero risultare irreparabili od avere conseguenze castranti per un armonioso passaggio alla vita adulta.

E qual miglior modo se non quello di rileggersi e testimoniare le difficoltà che si son dovute affrontare dopo averle superate? Fornendo la propria di soluzione, non la soluzione valida per tutti.

La testimonianza di un genitore

Questo lo scopo che mi ha animato nello scrivere il testo che ho suddiviso per tematiche, quelle che normalmente caratterizzano la crescita del ragazzo che da bambino varca la soglia dell’adolescenza per diventare uomo, con i suoi primi impulsi ormonali, gli stati d’animo e gli umori variabili, le sue difficoltà a ritrovarsi con quei genitori che sino a quel momento erano il suo rifugio ed ora diventano il suo ostacolo
alla libertà.

Quel voler essere già “grande” e non essere più piccolo; il voler prendere delle decisioni che non si è ancora in grado per la normale mancanza di esperienza: 12, 13, 14… anni e volersi sentire di 21, 31, 41… anni.

Da genitore di due gemelli, maschio e femmina, ho rivissuto con loro quella fase cercando di evitare gli errori che i miei amatissimi genitori commisero con me, nella massima buona fede, ma anche nella massima impreparazione nel comunicare con me su certi argomenti per loro tabù (stiamo parlando di circa cinquant’anni fa, gli anni settanta…): il sesso in primis.

Ma questo libro potrebbe quindi essere utile da far leggere ai ragazzini di questa età per aiutarli a risolvere autonomamente le proprie difficoltà?

Sì e no.

Mi spiego.

Lo sviluppo sessuale dei ragazzi

Alcuni passaggi sarebbero indicati perché parlano con un linguaggio semplice e diretto, sfatando miti che a quell’età si cercano e si creano, togliendoli magari dall’imbarazzo di dover chiedere ai genitori alcune spiegazioni, spesso altrettanto imbarazzanti per i genitori stessi.

Dall’altro, non ammetterebbero mai che quel capitolo si riferisca a loro, perché si sentono già adulti…

E per i genitori?

Credo che anche loro, leggendo i vari capitoli, sorrideranno su certi “quadretti”, patrimonio comune – mi riferisco ai maschietti – in cui potranno rivedersi benché alcuni temi non discriminano il sesso: anche le mamme, quindi, potrebbero avvalersi di questo libro per poter dialogare con i propri figli, maschi o femmine che siano, come per esempio sui pericoli derivanti dall’uso della droga in una società che sembra volerla sempre più giustificare, sino a legalizzarla (“leggera” o “pesante” che sia, sempre di allucinogeni e sostanze psicotrope, in senso lato, parliamo…).

Ma pure il rapporto genitoriale viene esaminato sottolineando a quali pericoli, un tempo come adesso, possa venir esposta la relazione padre-figlio e figlio-padre dove un eccesso di confidenza possa snaturare detta relazione, così delicata in questa fase della crescita.

Penso che anche catechisti, educatori laici o religiosi potrebbero trarre spunto da un testo non scritto da uno psicologo specialista dell’area adolescenziale, con tutte le “parolone” difficili, ma da un uomo che ha ritenuto opportuno, per l’amore verso i giovani, mosso da quello spirito filantropico che lo caratterizza, di voler mettere a disposizione il proprio vissuto, di rendere pubblica la propria esperienza perché possa essere utile alla maturazione dei ragazzi.

In questo il senso del sottotitolo: “Coraggiosa confessione di un genitore”.

Trattando alcuni argomenti, anche di natura religiosa come “Il peccato e la confessione”, da ex-catechista e Animatore dei centri di Ascolto della Parola, ho cercato di trasmettere quei concetti inerenti la difficoltà di approcciare queste realtà benché i tempi siano cambiati e, mi auguro, in meglio sotto questo profilo rispetto a quegli anni.

Questo libro ha in sé, però, un limite insuperabile: quello della visione di un ragazzo prima e di un genitore maschio poi, ma di questo non vogliatemene. Mi sarebbe stato difficile raccontarmi al… femminile.

Un’ultima cosa, si fa per dire, su questo argomento, oggetto del libro.

Tecnicamente l’ho redatto circa una ventina di anni fa ma ho deciso di pubblicarlo solo adesso. Perché?

Perché ho voluto fare un esperimento di natura sociale per valutare se le mie “teorie” e le mie conclusioni dell’epoca fossero ancora valide ed attuali oggi e se, dopo tutti questi anni, avessero superato la prova del tempo.

Ce l’hanno fatta? Lascio a voi decretarlo. Io l’ho scritto, voi leggetelo e, poi, datemi il vostro giudizio. Buona lettura, se lo vorrete.

Con affetto, Antonio

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