Le tecniche persuasive per rendere accettabile quello che è inaccettabile.
La Finestra di Overton (Joseph P. Overton, filosofo e sociologo statunitense, nato nel 1960 e morto il 30/6/2003) è un concetto da lui introdotto secondo cui ogni idea può essere categorizzata in una delle sei fasi qui di seguito descritte in base all’opinione pubblica. L’uso della finestra di Overton è il fondamento della tecnologia di manipolazione della coscienza pubblica finalizzata all’accettazione, da parte della società, di idee che le erano precedentemente estranee e consente l’eliminazione dei tabù. L’essenza di questo metodo sta nel fatto che l’auspicato mutamento di opinione deve perseguirsi attraverso varie fasi, ciascuna delle quali sposta la percezione ad uno stadio nuovo dello standard ammesso sino a spingerlo al limite estremo.
Qui di seguito le sei fasi:
FASE 1 – Impensabile/inconcepibile (inaccettabile, vietato)
FASE 2 – Radicale (vietato, ma con delle eccezioni)
FASE 3 – Accettabile (l’opinione pubblica sta cambiando posizione)
FASE 4 – Sensata/utile (razionale, ragionevole)
FASE 5 – Diffusa/popolare (socialmente accettabile)
FASE 6 – Legalizzazione (consacrazione nella politica statale)
ESEMPIO PRATICO DI APPLICAZIONE DELLA FINESTRA DI OVERTON (MERA IPOTESI)
Proviamo a fare un esempio pratico, ovviamente in modo esemplificato e sintetico dei vari passaggi.
Ipotizziamo di voler legalizzare l’omicidio dei bambini che, appena dopo la nascita, presentino una patologia quale la sindrome di Down. Stiamo quindi parlando di un bambino nato vivo e biologicamente sano, nel senso che può respirare da solo, essere allattato, e quindi alimentato normalmente come tutti i bambini non affetti dalla sindrome di Down: può, in ultima analisi, vivere se cresciuto e seguito come tutti i bimbi nati sani.
Immaginiamo che un governo criminale (me ne viene in mente uno a caso: quello nazista, ma non è che l’ex-regime sovietico o altri totalitari siano stati o siano da meno. Ad esempio quello cinese che aveva deciso di eliminare i secondogeniti: non è storia di duemila anni fa, infatti la misura per il contenimento delle nascite risale al 1979 e la riforma per abolire la pratica abortiva del secondo figlio concepito è stata annunciata nel 2013, ma per 36 anni hanno applicato questa legge…!) decida di voler eliminare tutti i bambini nati con detta sindrome (nello stile della “Rupe di Sparta” da cui venivano lanciati i nascituri giudicati non idonei dagli anziani, anche se sembra essere più un mito tramandatoci dallo storico Plutarco che una verità, benchè sul monte Taigeto venivano abbandonati detti nascituri e condannati a morte sicura, oltre che per la fame, ancor prima per il freddo). Affinchè detta follia possa essere accettata dall’opinione pubblica, occorre procedere per gradi, per fasi successive, come da schema su riportato.
Proviamo a simulare un tale percorso ai tempi nostri.
FASE 1 – Impensabile/inconcepibile (inaccettabile, vietato)
IL CHI
In prima istanza necessiterà disegnare una strategia completa circa chi scegliere come “testimonial” di questa idea, magari un personaggio noto dello spettacolo o della politica, ecc. che sia comunque noto e di impatto a livello dei mass media, cioè uno, ad esempio, che quando parla in Radio o appare in TV faccia aumentare l’indice di ascolto.
IL COSA
Poi si studierà un messaggio provocatorio di netta rottura con gli schemi esistenti su quel tema che si vuol fare accettare dalla società civile, prima come argomento di discussione e in futuro, come proposta di legge. Ad es.:
<<Tutti i bambini nati con la Sindrome di Down devono essere eliminati immediatamente dopo una diagnosi certa di questa patologia, anche se biologicamente sani per tutto il resto e quindi in grado di crescere e vivere una propria esistenza>>.
Va da sé che, in un Talk-show, all’affermazione pubblica di questo concetto, ci sarà una reazione forte non solo da chi è direttamente interessato, per es. i genitori di bambini Down, ma anche di tutti gli altri che vedrebbero in un gesto di questo tipo, un omicidio volontario, quindi inaccettabile sia legalmente che, ancor prima, moralmente.
FASE 2 – Radicale (vietato, ma con delle eccezioni)
Nello step successivo si “ammorbidirebbe” la proposta portandola da un assoluto, cioè “tutti i nati Down” a un relativo “Solo quelli che hanno una forma talmente grave di sindrome, tale da rappresentare anche per lui una sofferenza e una vita di breve durata che per essere garantita si trasformerebbe l’assistenza sanitaria in un accanimento terapeutico…”.
Va da sé che di fronte all’invocata “pietà” per lenire le sofferenze di quel bimbo sfortunato, qualche parte della opinione pubblica potrebbe ammettere, sebbene in casi “eccezionali” (e chi lo stabilirebbe quali siano e chi vi rientrerebbe?) che si possa accettare questa… eliminazione fisica.
FASE 3 – Accettabile (l’opinione pubblica sta cambiando posizione)
Nello step successivo, ma è chiaro che occorre tempo, magari mesi, anni e con un “martellamento continuo”, l’opinione pubblica potrebbe incominciare ad abituarsi a questa nuova procedura, ad esempio supportata da testimonianze “ad hoc” in cui genitori di bimbi Down abbiano accettato di eliminare il proprio nascituro sfortunato e dichiarino che “l’hanno fatto per il suo… bene, per non vederlo soffrire, e ne sono contenti” trovando consenso e solidarietà in una certa fascia di popolazione e di un certo ceto sociale: di intellettualoidi e sociologi disposti a farsi pubblicità sulla pelle di queste creature oppure di qualche “scienziato”, magari all’avanguardia nell’ambito dell’eutanasia: se ne potrebbero sempre trovare.
FASE 4 – Sensata/utile (razionale, ragionevole)
Procedendo su questa linea si può arrivare a considerare l’utilità di ricorrere a questa soluzione, “eticamente” sostenuta, per non far soffrire questi poveri neonati, magari allargando un po’ le maglie di chi potrebbe rientrarvi, come grado di invalidità di questa sindrome, e quindi estendendo ad una più larga fascia di famiglie “sfortunate” il potersi avvalere della possibilità di uccidere quelle creature (ma non si direbbe questa parola, sostituita dalla più dolce “eliminazione della sofferenza della creatura” che, di fatto, non potendo guarire da quella sindrome, verrebbe eliminata la sofferenza col sofferente e quindi, praticamente: “Gettiamo l’acqua sporca col bambino dentro”…). Inoltre è ragionevole ridurre i costi sanitari e sociali per una patologia grave e incurabile, nonchè inguaribile, al fine di destinare quelle risorse a chi potrebbe averne maggior giovamento (non escluso qualche personaggio corrotto…) eliminando così strutture onerose e poco “produttive” quali i centri di riabilitazione specializzati, di reinserimento sociale, ecc.
FASE 5 – Diffusa/popolare (socialmente accettabile)
Tutto sommato è anche giusto che esista questa possibilità per tutti quei genitori che hanno avuto questa sfortuna. Si passa dal bimbo sfortunato al genitore sfortunato… ma che, sempre per il bene del bambino, non lo si vuol far soffrire e quindi è giusto porre fine a quella esistenza infelice… Circa l’eventuale egoismo della coppia genitoriale sarebbe poco “etico” parlarne… Ma così è e, passo dopo passo, si fa strada nella mentalità dell’opinione pubblica, spesso tra l’indifferenza delle persone, tra il non dar poi troppo clamore a questi omicidi belli e buoni, o casistiche che farebbero “spaventare” la “brava gente”, che questa pratica diverrebbe consuetudine, pratica accettabile in una società moderna, progressista e “civile”…
FASE 6 – Legalizzazione (consacrazione nella politica statale)
E’ chiaro ed evidente che quando il comune sentire viene omologato, il passo finale sia la legalizzazione di un fatto che, cinque passaggi prima, sarebbe stato improponibile! Ormai è fatta e si può liberamente uccidere i bambini con la sindrome di Down (perché poi il testo della legge e i mille artifizi giuridici e relativi cavilli, interpretazioni, sentenze, giurisprudenza e quant’altro, darebbero più ampio spazio all’utilizzo di quella norma, nel supremo rispetto dell’autodeterminazione dell’uomo e della sua libertà di azione). Quindi, quella che all’inizio era una discussione, una più o meno velata proposta di legge, è diventata legge e reciterà così:
<<Tutti i bambini nati con la Sindrome di Down devono essere eliminati immediatamente dopo una diagnosi certa di questa patologia, anche se biologicamente sani per tutto il resto e quindi in grado di crescere e vivere una propria esistenza>>.
RIFLESSIONE
E’ chiaro che quanto sopra è una esemplificazione fatta a colpi di “scure”, per far comprendere il concetto, ma chi volesse attuare realmente un’ipotesi di questo tipo, andrebbe col “bisturi” e con molti “anestetici” per ottenere il proprio scopo senza spaventare troppo l’opinione pubblica che deve essere manipolata con cura, ma senza allarmarla, “anestetizzata” dolcemente… Del resto, non è che la legge sull’aborto abbia seguito schemi differenti, o quella sul divorzio piuttosto che quella sulla vendita legalizzata di marjuana, i “cannabis shop”, negozi dove si può comprare la droga “di Stato” liberamente, anche se sembrerebbe ci sia stato qualche ripensamento… (si è iniziato con l’uso medico nella terapia del dolore nei pazienti terminali – e qui ci sta, ma è un discorso diverso – per arrivare, però, a voler far accettare le droghe “leggere”; poi verranno quelle “meno” leggere e via così, giustificando e trovando sempre nuove argomentazioni a sostegno di queste tesi) per arrivare a legalizzare, giustificandola, l’eutanasia, già presente in altri paesi europei e non…
Pensiamo alla teoria del gender che, in modo subdolo e suffragato da elucubrazioni mentali, studiate ad arte, vorrebbe giustificare una libera scelta di sentirsi maschi o femmine, indipendentemente dal sesso biologico, cioè determinato alla nascita, a seconda dei propri umori (un giorno sentirsi maschio e quello dopo femmina…) e comunque nel supremo rispetto della libertà individuale e dell’autodeterminazione, come se quella scelta non ricadesse, poi, sulla società stessa fatta da individui… e via di questo passo.
La teoria del gender
“Teoria del gender è un neologismo–forestierismo nato in ambito cattolico negli anni novanta del XX secolo per riferirsi in modo critico agli studi di genere: coloro che fanno uso di questa locuzione sostengono che gli studi di genere nasconderebbero un progetto predefinito mirante alla distruzione della famiglia e di un eventuale “ordine naturale” su cui fondare la società. Nella sostanza l’espressione “teoria del gender” è una sorta di etichetta usata per opporsi ai movimenti femministi e LGBT e alle lotte, alle rivendicazioni, ai saperi, alle teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto. Questa presunta “teoria” – di volta in volta presentata come filosofia progressista, teoria sociologica o ideologia di sinistra – affermerebbe che non esiste alcuna differenza tra uomini e donne, e che il proprio sesso si può scegliere e variare ogni volta che si vuole. Si mescolano così concetti propri della teoria queer (il genere come costrutto sociale), della sociologia costruzionista (i ruoli sociali), del femminismo (l’uguaglianza tra uomo e donna), e degli studi sul transessualismo (la differenza tra identità di genere e sesso biologico), finendo per creare un sistema unitario che, in realtà, non è propugnato o difeso da nessuno degli ambiti di ricerca appena citati. Come espediente retorico, l’evocazione di una “teoria del gender” viene utilizzata principalmente per prendere posizione contro i diritti LGBT e il femminismo, dando ad intendere che dietro a questi movimenti esisterebbe una strategia politica unitaria. Negli ambienti accademici, il riferimento ad una “teoria” strutturata in questo modo, quando non addirittura ad una “ideologia gender”, è generalmente considerato un tipico argomento fantoccio, da leggere nel contesto di una teoria del complotto.”
Dunque? Occorre tenere sempre gli occhi e le orecchie non solo aperte ma, soprattutto, ben collegate a mente e cuore! Sin qui la spiegazione su questa Finestra di Overton che, come tale, sarebbe bene non averla mai “aperta”, ma possiamo sempre “chiuderla”… In che senso? Beh, nello scrivere questi concetti, mi è venuta in mente l’applicazione dell’uso inverso di questa teoria. Cosa intendo dire? Voglio dire che se questa Finestra è stata utilizzata per introdurre e far approvare una legge “folle” (assolutamente inventata da me nell’esempio utilizzato in precedenza), si potrebbe utilizzare la stessa tecnica al contrario e cioè partendo dalla fase 6 per giungere alla 1.
E se provassimo ad applicare la Finestra di Overton al contrario?
Proverò (giuro che non l’ho pensata prima, ma questa idea mi è venuta in mente al termine dell’attuale riflessione e non so se riuscirò nell’obiettivo, ma ci provo), sullo stesso esempio di prima, a “smontare” la legge “approvata”.
Fase 6: Legalizzazione (consacrazione nella politica statale)
Ipotizziamo che questa legge, qui sotto riportata dall’esempio precedentemente fatto, sia ormai “patrimonio” della società:
<<Tutti i bambini nati con la Sindrome di Down devono essere eliminati immediatamente dopo una diagnosi certa di questa patologia, anche se biologicamente sani per tutto il resto e quindi in grado di crescere e vivere una propria esistenza>>.
Bene, anzi, male! Malissimo! Ecco, dobbiamo partire da questo punto e cioè che questa legge è un male… Allora anche noi ci avvarremo di:
IL CHI
Persone influenti, autorevoli e competenti in materia (magistrati, medici, teologi, presbiteri, ecc.), chiaramente di orientamento cattolico, ma anche laici con un’idea opposta a quella propugnata dai legislatori di quella legge, per influenzare o, per meglio dire, far ragionare l’opinione pubblica con capacità raziocinanti autonome affinchè le persone non mettano il proprio cervello “all’ammasso”, cioè si adeguino in modo acritico al pensiero omologato diventato comune e dominante.
IL COSA
Occorrerà presentare, tramite lo stesso tipo di canali mediatici, una argomentazione che risvegli le coscienze – narcotizzate – e che otterrà, paradossalmente, alla sua esposizione, il rifiuto iniziale, un po’ come l’effetto della fase 1 all’atto della proposta di questa legge: risulterà inizialmente “inaccettabile” una legge che abroghi quella in vigore, in quanto ormai accettata dalla massa come un diritto acquisito, e sarà considerata una violazione della libertà delle persone, della volontà dei genitori, a decidere sulla eliminazione di un neonato malformato dalla sindrome di Down.
FASE 5: Diffusa/popolare (socialmente accettabile)
Presa coscienza che stiamo parlando di un delitto, della soppressione di una vita, spesso più per egoismo di quei genitori che vedrebbero ridursi la propria vita a mo’ di “infermieri” del proprio figlio sfortunato, che non per il suo “bene”, cioè per non farlo soffrire, richiamandoli ai valori inalienabili della vita, facendo fare loro mente locale al fatto che se si estendesse anche ad altre malformazioni congenite, la stessa legge, si potrebbero generare omicidi a catena… si incomincerebbe ad insinuare nella opinione pubblica il ragionevole dubbio che la legge esistente è sbagliata.
Si fa prendere atto che l’argomentazione a sostegno della sua abolizione è “socialmente accettabile”, condivisibile, perché, in effetti, la potenziale estensione anche ad altre forme e sindromi varie, porterebbe ad un uso indiscriminato della “terapia killer” per una popolazione di neonati ben più vasta, considerando anche “l’obbligatorietà” prevista da quella legge approvata. Si insinua nell’opinione pubblica il sano dubbio sulla liceità, civile e morale, dell’applicazione di quella norma nonché la sopraffazione di Stato sui sentimenti di affetto di due genitori per quella creatura, anche se non perfetta, e della loro reale libertà di scelta.
FASE 4: Sensata/utile (razionale, ragionevole)
Nel procedere gradualmente in questa presa di coscienza, la proposta di abolizione di quella legge inumana, incomincia ad acquisire un più largo consenso e anche chi, in prima istanza, non aveva avuto il coraggio di dissentire dalla primordiale normativa, vedendo che il vento del pensiero “comune” incomincia a cambiare, prende maggior coraggio sapendo di poter contare sull’appoggio morale di una parte della società.
Dichiara quindi “ragionevole” la proposta di cancellare quella regola folle istituita, in apparenza, per lenire il dramma della sofferenza morale e materiale/economica di quel bimbo/famiglia, a favore dell’introduzione di una normativa che preveda, piuttosto, la solidarietà sociale, economica e di supporto delle varie strutture, a favore di quelle famiglie meno fortunate. Anzi, si vedrà in questa realtà anche l’opportunità di sviluppare attività professionali ed economiche sostenute sia dallo Stato che da realtà private interessate eticamente allo sviluppo di un business, ripeto, etico.
FASE 3: Accettabile (l’opinione pubblica sta cambiando posizione)
A fronte di un allargamento e ulteriore condivisione del nuovo modo di pensare, l’opinione pubblica incomincia a considerare “accettabile” quello che negli anni precedenti aveva ritenuto tale l’esatto opposto! E’ la filosofia che la “maggioranza ha sempre ragione”: così è anche in politica dove l’uso della manipolazione delle opinioni della gente viene “strumentalizzata”, con queste tecniche di condizionamento, con la differenza che se fossero finalizzate per fini nobili, potremmo anche accettarle (dico “anche”, perché si tratta pur sempre di una manipolazione della propria volontà, anche se a fin di bene…), ma spesso sono utilizzate solo per raccogliere voti per i propri interessi elettorali.
Siamo, quindi, ad un buon punto di svolta per cercare di abbattere quella legge criminale. Ci occorre però, che la sua abrogazione diventi totale: siamo alla penultima fase, quella della radicalità, ma senza eccezioni di sorta e/o deroghe!
FASE 2: Radicale (vietato, ma con delle eccezioni)
L’opinione pubblica ha acquisito una netta maggioranza e non accetta più una imposizione di Stato su ciò che la sua coscienza gli vieta come genitore, una forma di “obiettore di coscienza”: non vuol sentirsi un omicida, un criminale, oltretutto sulla pelle del proprio figlio! La sua radicalità non accetta più compromessi, eccezioni o deroghe: è vietato uccidere per legge, obbligatoriamente, il neonato Down!
FASE 1: Impensabile/inconcepibile (inaccettabile, vietato)
Siamo arrivati all’obiettivo! Ora una legge come quella approvata in precedenza, non solo è diventata “inaccettabile” ma deve essere cancellata, vietata, qui sì, dallo Stato! In altri termini si è sovvertita, ribaltata una legge sbagliata, criminale, facendo leva, ma al contrario, su quegli stessi principi che l’avevano fatta accettare e poi legalizzare, su quegli stessi elementi psicologici che nella loro natura sono neutri, ma proprio per questo “manipolabili”, nel bene o nel male. A questo punto si può arrivare non solo all’abrogazione della legge incriminata, ma addirittura alla proposta di una legge alternativa che sovverta completamente una norma ritenuta, con l’evoluzione nel tempo e del comune sentire, sbagliata e iniqua ed maggiormente estensiva a tutela anche di altri nascituri con patologie congenite. Per es.:
<<E’ fatto divieto di eliminare qualsiasi neonato portatore di qualsivoglia anomalia e/o patologia indipendentemente dalla specie, grado o forma della stessa. Inoltre i genitori che metteranno al mondo una creatura diversamente abile, dovranno essere aiutati moralmente e materialmente con tutti i mezzi messi a disposizione dalla collettività nelle proprie strutture e a carico integrale dello Stato>>.
Quanto sopra è, evidentemente, un “gioco” del quale mi sono avvalso per trasmettere un concetto importante per le implicazioni che l’applicazione della Finestra di Overton potrebbe avere per la società e le relative famiglie, cercando di spiegarlo in modo semplice, per alcuni tratti, forse, un po’ “grossolanamente”, ma spero comunque comprensibile. Del resto, se l’esempio “irreale” (ma ne siamo poi così certi?) di cui mi sono avvalso può essere considerato “assurdo”, pensate a quante “assurdità” abbiamo assistito nella nostra vita e assisteremo negli anni a venire.
E’ del maggio 2019 la proposta di Alessandra Moretti (nata a Vicenza il 24 giugno 1973) una politica italiana, già vicesindaco di Vicenza ed attuale consigliera regionale del Veneto, del Partito Democratico, di professione avvocato, che alla trasmissione televisiva “Dritto/Rovescio” così si proponeva (riporto fedelmente quanto da lei dichiarato in detta trasmissione) relativamente alle cerimonie funebri e alla sepoltura nei cimiteri di persone non credenti:
“In questo progetto c’è la possibilità, con delle tendine amovibili (nota personale: cioè che si possono togliere, rimuovere) che salgono e scendono, di coprire temporaneamente, nel caso in cui ci sia la cerimonia per un laico, i simboli religiosi”.
L’affermazione, credo, si commenti da sé… ma mi sorge spontanea una domanda: ma se quel laico deceduto non era credente o non credono le persone del seguito che lo accompagnano al cimitero, cosa ci vanno a fare? Stiano fuori dal luogo sacro e si facciano seppellire in un cimitero a-cattolico come di recente, luglio 2019, hanno fatto i familiari del famoso scrittore Andrea Camilleri (noto a tutti come “il papà del Commissario Montalbano”) senza rito religioso. Rispettiamo, qui sì, chi in quel luogo, il cimitero, riposa ed è stato seppellito in modo cristiano. D’accordo?
Un altro caso più noto è quello del non celebrare, in Italia, il S. Natale con i suoi simboli (vedi la realizzazione del Presepe) nella scuola, nella classe, di qualsiasi ordine e grado, perché c’è un mussulmano o un qualsiasi altro studente di differente religione… Mi sembra di ricordare che, per esempio, nei Paesi mussulmani sia esattamente l’opposto, cioè sono gli stranieri di differente religione che non possono manifestare il proprio credo religioso, o sbaglio?
Una ulteriore diatriba si scatenò sulla liceità della presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche e nei tribunali… Non parliamo del divorzio e dell’aborto, anche se su piani differenti di discussione, ma dove e comunque si è riusciti ad ottenerne l’approvazione seguendo criteri analoghi di persuasione delle masse…
Concludo con un appello: prima di seguire l’onda delle proposte più o meno condivise, riserviamoci la capacità critica di discernere se ciò che ci viene indicato risponda o no ai nostri valori morali, poi decidiamo e, se possibile, agiamo.
Con affetto, anche per la vita di ogni essere vivente, vostro Antonio