Operazione Speciale, chiamiamo le cose col proprio nome: Guerra
Che nel 2022 si dovesse parlare di un evento bellico in Europa a circa 2000 Km dalla nostra porta di casa, non solo non lo avrei mai pensato, ma soprattutto non avrei mai voluto dedicargli una riflessione.
Non entro nel merito di chi abbia ragione o torto, perché sappiamo bene che operare una dicotomia tra le due cose non è semplice e le cause spesso si confondono tra mezze verità e mezze bugie, tra pretesi diritti e omessi doveri, ma i fatti parlano da soli tra chi è l’aggredito e chi l’aggressore.
Aldilà delle evidenze e, ripeto, delle ragioni che vengono addotte per giustificare un intervento armato, ritengo che la guerra non debba mai essere utilizzata come metodologia di contrattazione e nemmeno la sua minaccia come strumento di deterrenza e persuasione, così come ricorda l’articolo 11 della Costituzione italiana in cui si afferma che
il nostro paese, l’Italia, rifiuta la guerra “come strumento di offesa” o come mezzo per risolvere le controversie, quindi non consente che si possa attaccare un altro popolo, ma è ammessa solo per difesa.
E a questo principio costituzionale mi associo e ne condivido appieno lo spirito. Aggiungo, riferito alla guerra come metodologia e strumento per risolvere le controversie, come concetto generale, un condizionale: “non dovrebbe”.
Cosa intendo?
Che purtroppo questo principio non viene mai rispettato da quei governi in cui la democrazia è solo di facciata, ma nel cuore esiste l’imperialismo espansionistico e prevaricatore degli altrui diritti umani, della legge del più forte, quella della jungla, con la differenza che nella jungla esistono gli animali selvatici che aggrediscono le proprie prede mossi dall’istinto di sopravvivenza, per sfamarsi, mentre negli uomini dovrebbero vigere la ragione, i valori di umana solidarietà, intesa come mutuo soccorso, della fratellanza, ma non quella alla “Caino”.
Operazione Speciale, la storia è maestra di vita?
Non voglio entrare nel merito della guerra che si è materializzata in Ucraina ad opera della Federazione Russa e di ciò che penso personalmente sull’oligarca Putin perché credo che i fatti parlino da soli, ribadisco, e confermino come la storia del mondo si ripeta a intervalli più o meno lunghi e come non condivida l’affermazione presente nell’opera “De Oratore” di Cicerone: “Historia magistra vitae” locuzione latina che, tradotta, significa “La Storia è maestra di vita”.
Perché?
Perché le cose sono due:
- o la “maestra” non è capace di insegnare, cioè trasmettere questi valori affinché non si ripetano gli stessi errori
- o gli alunni sono degli indisciplinati ripetenti e duri di comprendonio!
Operazione Speciale, un confronto con il passato
Mi sovviene alla mente un parallelo con la seconda guerra mondiale.
Prendo spunto da un bell’articolo di Gian Piero Piazza:
“Subito dopo l’annessione dell’Austria, nella crisi in Cecoslovacchia, Chamberlain si era illuso che Hitler lavorasse per la pace, ma Hitler improvvisamente rompe la tregua e a Berlino il 26 settembre pronuncia uno dei suoi discorsi più violenti. Si scaglia contro Benes, il Presidente della Repubblica Ceca. E’ un ultimatum”.
Hitler dirà:
“Ho fatto un’offerta al sig. Benes. Non è altro che la realizzazione di quanto egli stesso ha già ammesso. Egli è ora arbitro della pace o della guerra! O accetterà quest’offerta ora e darà finalmente la libertà ai tedeschi… oppure… questa libertà ce la prenderemo da noi”.
Conclude il lungo articolo così:
“La prima carta l’aveva giocata il 7 marzo 1936 con la rioccupazione militare della Renania, in cui era dislocata una parte consistente dell’industria pesante. Una concessione ottenuta a tavolino con l’arte della trattativa multilaterale. I governi di Francia e Inghilterra avevano preferito abbozzare alle mire espansionistiche interne del dittatore nazista ottenendo in cambio la promessa di non ingerenza tedesca sui territori delle nazioni confinanti dell’Est europeo. Ma l’ingordigia di Hitler diventava insaziabile. Con la stessa tattica il capo del nazismo aveva posto sul tavolo del negoziato la rivendicazione del territorio dei Sudeti, una zona della Cecoslovacchia popolata in prevalenza da cittadini di nazionalità tedesca. E nel settembre del 1938, la Germania la spunta annettendosi quel territorio. Hitler, elettrizzato dai successi ottenuti e dalla supina accondiscendenza delle controparti, tenta il tutto per tutto e pone la richiesta di occupare Danzica, il porto polacco sul Baltico per aprirsi uno sbocco al mare. La Polonia si affretta a stipulare un trattato d’alleanza con gli inglesi nel timore di un’occupazione nazista. Ormai Hitler non può più tergiversare e giocare d’astuzia e decide di agire a carte scoperte. Il 1° settembre 1939 le divisioni del Reich invadono la Polonia. Comincia per il popolo tedesco la cruenta e tragica avventura del secondo conflitto mondiale che trascinerà la Germania nel baratro della sconfitta e della distruzione”.
Perdonatemi se l’accostamento può sembrare ardito, magari mosso da altre motivazioni (il timore da parte di Putin per una NATO (Organizzazione del Trattato del Nord-Atlantico) che possa diventare troppo presente e vicina alle porte della Federazione Russa, magari non nell’immediato, ma da qui a una decina di anni; il non aver digerito lo scioglimento dell’U.R.S.S. e del suo ridimensionamento territoriale nonché del suo peso geopolitico a livello europeo, ecc.) ma mi sembra di vedere una analogia col passato.
La forza delle parole: Operazione Speciale
Dalla ipocrita dichiarazione, pre-invasione, da parte della Russia di “esercitazioni militari” con l’accerchiamento dell’Ucraina di mezzi (che durante i primi giorni dall’invasione, avevano hanno raggiunto una colonna di 64 Km tra carrarmati e altri blindati…) e uomini (190.000 militari…) che mal si giustificano in così ampia misura per una semplice esercitazione militare, alla conferma delle reali intenzioni (annunciate e segnalate già da tempo dai Servizi dell’Intelligence statunitense) con l’entrata dei carrarmati nel Donbas, dove si sarebbero dovuti fermare nelle autoproclamate Repubblica Popolare di Donetsk e Repubblica Popolare di Lugansk, province indipendenti dall’Ucraina (realtà derivante da un referendum non autorizzato, ma effettuato l’11 maggio 2014 e che nessun Paese, però, a livello internazionale aveva mai riconosciuto, fino al discorso di Putin del 22 febbraio 2022 che le ufficializzava con proprio decreto) procedendo poi alla penetrazione nel territorio ucraino con relativi bombardamenti e richiesta alle forze armate ucraine di destituire il legittimo presidente Volodymyr Zelens’kyj.
E, forse, sfugge a Putin la fine straziata che hanno fatto i suoi “predecessori” in altre aree geografiche, quali i tristemente famosi Osama bin Laden, Saddam Hussein e l’ex presidente libico Muammar Gheddafi per citare i più recenti senza dover scomodare Adolf Hitler e successivamente altri gerarchi nazisti, oltre a Iosif Stalin che l’ufficialità certificata dal Prof. P.E. Lumoskij – del Centro medico del Cremlino – dichiarò “Deceduto per emorragia celebrale” (ma sappiamo che in questo Paese la “verità” ufficiale non sempre coincide con quella reale, quasi mai…).
Mi sembra che le mire espansionistiche russe siano ormai palesi e se l’Ucraina non avesse opposto la resistenza che sta opponendo (Kiev, la capitale, ha resistito avvalendosi di ogni mezzo, civili armati di Kalashnikov e bottiglie molotov costruite in modo “casalingo” dalle donne, mogli dei soldati o dei civili stessi) i russi sarebbero già al potere ma, cosa ulteriormente preoccupante, con la velleità di estendere l’invasione armata anche ad altre nazioni limitrofe per “riannetterle” alla “grande madre Russia”.
Penso che la NATO e l’Unione Europea, memori di come andò a finire la storia di Hitler che “…elettrizzato dai successi ottenuti e dalla supina accondiscendenza delle controparti, tenta il tutto per tutto e pone la richiesta di occupare Danzica, il porto polacco sul Baltico per aprirsi uno sbocco al mare” si siano attivati immediatamente con sanzioni economico-finanziarie draconiane atte ad indebolire e ridurre la capacità economica della Russia per finanziare la guerra da lei intrapresa.
Differentemente, la NATO sarebbe dovuta scendere in campo militarmente e scatenare una terza guerra mondiale dai risvolti inimmaginabili per portata e intensità. A dimostrazione della premeditata invasione dell’Ucraina e della necessità di far fronte alle ingenti spese militari che la Russia avrebbe dovuto sostenere per portare a termine l’operazione militare, nei forzieri della Banca Centrale russa ha accantonato 640 miliardi di dollari statunitensi! E una cifra così imponente non la si “stocca” in due giorni… quindi non si venga a raccontare che non c’era l’intenzione pianificata di questa invasione!
Consentitemi un ulteriore parallelo tra il Nazionalsocialismo o Nazismo tedesco e il Socialismo reale o realsocialismo dell’allora URSS di Breznev: quale il punto in comune di queste due drammatiche realtà, oltre al termine “socialismo” presente nelle due parole? Che il primo metteva nei forni crematori gli ebrei e tutti coloro che voleva eliminare; il secondo, li deportava nei gulag sovietici.
Passatemi questa “battutaccia”: dal “caldo” al “gelo”, ma anche invertendo l’ordine dei “gradi centigradi”, il risultato non cambia!
Operazione Speciale e la nuova minaccia nucleare
Certo, oggi, la situazione è diversa perché se la Russia dovesse mettere anche solo un cingolo dei propri carrarmati in una nazione limitrofa l’Ucraina, appartenente alla NATO o rientrante nell’Unione Europea, ci sarebbero le condizioni per una reazione militare da parte di queste organizzazioni contro l’avanzata russa. Il dramma, però, è che di fronte ad un “pazzo megalomane” che minaccia ed allerta la propria deterrenza nucleare, seppur difensiva, da utilizzare nel caso in cui la controparte dovesse intervenire, si comprende come si stia parlando di possibile terza guerra mondiale!
E, Dio ce ne scampi, se dovessero incominciare a premere i fatidici e convenzionali “bottoni rossi”: penso che non ci sarebbero né vinti né vincitori, ma solo cimiteri a cielo aperto con centinaia di migliaia di morti immediati e milioni di feriti oltre, negli anni a venire, laddove ce ne fossero…, milioni di malati di cancro per effetto delle radiazioni e di futuri nascituri malformati.
Si dice che la bomba atomica più potente al mondo costruita e disponibile sia russa e con una potenza pari a 100mgt (megatoni).
Per fare un confronto con la bomba atomica sganciata su Hiroshima si consideri quanto segue: la potenza presunta ed accreditata di quest’ultima era di 12.5 chilotoni (1 chilotone = 1/1000 di megatone!) e produsse gli effetti che conosciamo.
Di conseguenza 1 megatone = 1000 chilotoni. L’ordigno nucleare da 100 megatoni corrisponde ad una bomba di 100.000 chilotoni, cioè l’equivalente della potenza di 8.000 bombe uguali a quella sganciata su Hiroshima! In pratica è stato calcolato che se questi 100 megatoni fossero sganciati, per es., in Toscana, tutta la regione sarebbe rasa al suolo con presunti di 100.000 morti subito dopo l’esplosione e 1.100.000 feriti di differente grado. Senza contare il perdurare delle radiazioni nucleari probabilmente per millenni.
Operazione Speciale e reazione a catena
Se ciò non bastasse, immaginatevi la scontata reazione delle altre potenze nucleari con ordigni di simile, seppur inferiore, potenza distruttiva: diciamocelo pure, sarebbe la fine del mondo e non solo della vita sulla terra, ma penso anche, per effetto di reazioni nucleari a catena (pensiamo anche alle centrali nucleari che potrebbero esplodere, oltre alle riserve degli armamenti nucleari…), della distruzione/esplosione del pianeta stesso. Bene, anzi, malissimo! Sin qui una analisi “storico-politica” degli scenari possibili, anche catastrofici, che ci auguriamo non si verifichino mai.
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Esiste un rischio oggettivo ed enorme in questa guerra scellerata. Quale? Quello che se Putin venisse deposto/fatto fuori, anche fisicamente, perché i risultati della guerra non sono soddisfacenti, al suo posto andrebbe senz’altro un altro e peggior figuro (penso a un Dmitrij Medvedev ex-presidente russo, non certo più benevolo o meno guerrafondaio, anzi…) perché se lo “zar” – il Putin attuale – non dimostra di saper vincere, allora non è lo “zar” voluto da Dio (il loro…) e quindi va detronizzato per insediarne uno che vinca! E se Putin ha minacciato a più riprese, come arma di ricatto, l’uso delle armi nucleari, il “pazzo” che lo dovesse sostituire, a fronte dello stallo militare della “grande armata russa”, temo vi ricorrerebbe per dimostrare la sua potenza da “zar”… (e la “Z” sui carri armati russi, oltre alle interpretazioni che sono state date circa il suo significato come iniziale della frase “Za pobedu”, “per la vittoria”, mi fa molto pensare alla “Z”, no di “Zorro”, ma di “Zar”!).
Operazione Speciale, una riflessione di Fede e Speranza
Ora consentitemi, però, qualche riflessione che esuli dalla più immediata razionalità.
Cioè? Di irrazionalità ce n’è già abbastanza, cos’altro aggiungere?
Qui subentra un discorso di convinzioni religiose e di fede, ecco perché parlo di “irrazionalità” perché non ho prove provate di ciò che sto per dire, ma affidandomi ai messaggi della Madonna di Medjugorje, circa l’azione devastatrice di Satana, di cui le tante guerre nel mondo sono l’effetto del suo operare, non posso esimermi dal considerare che il suo fine ultimo sia non solo il porci in conflitto l’uno contro l’altro, ma la volontà di distruggere l’essere umano e il creato per sfregio a Dio, suo eterno rivale.
Riporto parte di un articolo di Gabriele Russo del 19 Aprile 2020 tratto da “Tota Pulchra News”:
“…Sembra che il destino religioso, politico e sociale della Russia sia inscritto nel disegno provvidenziale del Cielo. Ad esempio, c’è da constatare che la fine dell’Unione Sovietica (URSS) è stata scandita da ben precise date mariane. Nel giorno fissato dalla liturgia cattolica per la festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre 1991) si raggiunse l’accordo per lo scioglimento definitivo dell’URSS. Invece, il 25 dicembre del 1991, la bandiera rossa venne sostituita da quella tradizionale russa: bianca, blu e rossa a strisce orizzontali. Tali interpretazioni fanno pensare ad un paese che ha vissuto il rapporto con la Madre con una tale religiosità, forza ed entusiasmo. Questo benché abbia accettato la fede solo tardivamente. Fede tale “da sfiorare persino un eccesso di spiritualizzazione, con il rischio di disincantarla nella storia…”.
Per chi non segue molto da vicino la religione o non crede in Dio e nella Madonna e alle apparizioni della Madonna ai veggenti di Medjugorje e ai relativi messaggi, ogni 25 del mese la Regina della Pace dona le sue parole alla veggente Marija. Coincidenza vuole che il 25 dicembre, S. Natale per noi, venne ammainata la bandiera rossa. Senza voler entrare in una forma di “cabala” e cioè quell’arte che presume d’indovinare il futuro per mezzo di numeri, lettere, segni, ecc. di certo non possiamo non osservare questa coincidenza di date e numeri.
Il Natale ortodosso cade ufficialmente il 7 gennaio che corrisponde al 25 dicembre del Calendario giuliano, che è quello tuttora adottato dalla Chiesa russa e che differisce da quello civile. La festività viene celebrata 13 giorni dopo il Natale cattolico poiché attualmente la differenza tra il Calendario giuliano e quello gregoriano è appunto di 13 giorni; il 25 dicembre, giorno in cui cade la festa nella maggior parte dei Paesi, è invece per la Russia un giorno feriale.
Detto questo, ciò che mi lascia sgomento è vedere, non solo immaginare, che nel 2022, alle porte dell’Europa, un pazzo possa decidere di mettere a repentaglio la pace nel mondo, almeno quello occidentale, dopo oltre settant’anni dall’ultima guerra mondiale in nome di un “colonialismo” ottocentesco e di un inaccettabile ed anacronistico espansionismo russo rivendicando, ma soprattutto non accettando, di fatto, lo scioglimento della Unione Sovietica dopo trent’anni e, nelle sue intuibili intenzioni, di volerla ricostituire!
Operazione Speciale, se questa è libertà
Forse non si aspettava una resistenza che ha veramente dell’eroico da parte della popolazione ucraina militare e civile (non certo paragonabile a quella afgana, soprattutto delle “forze” armate – che ribattezzerei “debolezze disarmanti”!): vedere uomini e giovani che pur residenti all’estero o in viaggio turistico in Europa, fanno ritorno nel loro Paese per prendere le armi – alcuni per la prima volta in vita loro – e difendere la loro nazione e la propria libertà, perché è noto che sotto il dominio russo non c’è nè libertà nè rispetto della dignità umana.
Più di 4.500 persone russe arrestate – addirittura anche bambini di pochi anni! – per il solo fatto di aver manifestato in modo non violento il proprio dissenso alla guerra, mi sembra significativo e giustificativo di quanto sto affermando, oltre ad altre vessazioni e repressioni esercitate nei confronti di giornalisti indipendenti iscritti in “black list” e censurati dall’uso di termini come “guerra” o “invasione”, ecc. nei propri articoli pena la chiusura dei loro giornali, licenziamenti e quant’altro, arresti compresi.
Se questa è libertà…
Un altro errore che Putin ha commesso è l’aver dato per scontato che l’Unione Europea non sarebbe intervenuta, avrebbe girato la testa dall’altra parte, mentre, io dico, la troppa vicinanza del conflitto con l’Europa stessa (circa 1.700 km tra Trieste e Kiev o 1.200 da Leopoli, per quanto riguarda l’Italia), l’addirittura minacciata ritorsione o azione (“invasione”?) di Finlandia e Svezia, se avessero dato supporto alla U.E., che hanno chiesto di entrare a far parte della NATO, ha dato una scossa all’Unione Europea generando una unità mai vista prima tra i ventisette Paesi aderenti con le citate sanzioni economiche che hanno fatto crollare il rublo del 30% del suo valore e bloccato il sistema SWIFT (acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, ovvero l’insieme del sistema circolatorio delle transazioni commerciali internazionali), congelando capitali russi all’estero e attività finanziarie con le banche sovietiche, ecc.
Certamente queste misure non avranno l’effetto immediato di far cessare le ostilità e soprattutto si rifletteranno sulla popolazione, ma alcuni oligarchi miliardari hanno incominciato a voltare le spalle a Putin a fronte di ingenti perdite economiche patite (crollo della borsa russa, ecc.) così come l’abbandono della Russia da parte delle aziende multinazionali: tutto mondo è paese.
Quando si toccano le tasche, anche i più fidati ti abbandonano…
Preghiera e Affidamento
Molto altro si potrebbe raccontare ma vorrei concludere con un’immagine che mi ha particolarmente colpito: quella di un padre che “abbandonava” la moglie e la figlioletta di pochi anni dopo averli accompagnati ad un pullman per farli mettere in salvo.
Il pianto di quell’uomo abbracciato alla figlia in lacrime, inginocchiato sino a terra per stringerla tra le sue braccia, e quella mano sul vetro che li separava – e chissà se mai più si rivedranno… – prima che quel papà e marito tornasse a combattere per la propria patria, ebbene, quella scena, non di un film, ma della drammatica realtà, mi ha emozionato e commosso sino alle lacrime.
Che il Signore possa veramente illuminare la mente malata di potere di quel megalomane “zar” russo e la Madonna stendere il Suo manto a difesa e salvezza del popolo ucraino e del mondo intero!
Ma, come diceva l’allora Karol Wojtyla: “La Pace non può regnare tra gli uomini, se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro”. E speriamo che ciò accada, altrimenti ci saranno ben poche speranze di Pace per il mondo!
Con affetto, Antonio